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Wikipedia, bannati 381 utenti: “Si facevano pagare per modificare le voci”

Wikipedia ha bannato 381 account appartenenti ad utenti che si facevano pagare per modificare le pagine della nota enciclopedia online senza divulgarlo pubblicamente, una pratica che non viene vista di buon occhio dall’organizzazione.
A cura di Marco Paretti
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Wikipedia ha bannato 381 account appartenenti ad utenti che si facevano pagare per modificare le pagine della nota enciclopedia online senza divulgarlo pubblicamente, una pratica che non viene vista di buon occhio dall'organizzazione. La decisione è stata presa dopo settimane di indagini all'interno dell'operazione denominata Orangemoody. Wikimedia, l'organizzazione che gestisce Wikipedia, ha da sempre contrastato gli utenti che correggono o scrivono nuove voci dell'enciclopedia su richiesta di aziende o terze parti alle quali sono affiliate, bannando gli account e cancellando gli articoli creati da questi utenti.

"La maggior parte di queste voci, per lo più relative a business, manager e artisti, erano generalmente di natura promozionale e spesso includevano informazioni deviate e non reali, materiale senza fonte e violazioni di copyright" ha spiegato Wikimedia in una nota. "Le modifiche effettuate da questi utenti sono talmente simili che la nostra comunità crede siano organizzate un un gruppo coordinato". Alcuni degli account bannati appartenevano ad utenti che si facevano pagare per creare o modificare articoli senza divulgarlo pubblicamente. Wikimedia non impedisce di farlo, ma solo se i responsabili delle modifiche lo comunicano pubblicamente.

"Crediamo che la pubblicazione di articoli a pagamento sia una pratica in grado di minare la fiducia dei volontari e dei lettori di Wikipedia" ha commentato Geoff Brigham di Wikimedia. "Abbiamo seri dubbi riguardo le conseguenze per la neutralità e l'affidabilità di Wikipedia". Ciò che ha reso ancora più grave la situazione, però, è che questi autori sono arrivati a ricattare le persone rappresentate dalle pagine Wikipedia chiedendo fino a 30 dollari al mese per non vandalizzarle o pubblicare dettagli scandalosi. Non è la prima volta che l'organizzazione si scaglia contro editor sospetti. Nel 2013 ha bannato 250 account dopo che un rapporto aveva svelato che alcuni uffici stampa avevano pagato gli utenti per scrivere articoli favorevoli nei confronti dei loro clienti.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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