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Opinioni

Yo, l’app da un milione di euro, è erede dei vecchi squilli

L’applicazione che semplifica all’osso la semantica della comunicazione è un vero e proprio boom. E’ sviluppata da un 32enne israeliano che ha già ricevuto più di un milione di dollari in finanziamenti e permette di inviare e ricevere un semplice “Yo”.
A cura di Dario Caliendo
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E' l'app più discussa (e criticata) del momento, disponibile sia per dispositivi iOS che Android e potrebbe essere considerata come l'erede leggittimo dei vecchi "squilli". Si chiama Yo e permette di fare una cosa cosa: inviare uno "yo" ai propri contatti, appunto. Che sia un'idea strampalata o brillante è ancora da valutare, in questi casi si sa decidono gli utenti, fatto sta che allo sviluppatore, un trentaduenne israeliano, sono stati offerti più di un milione di dollari in finanziamenti.

Una cosa è certa. Yo non è un applicazione adatta a quella tipologia di utente che per comunicare si sente stretto nei centoquaranta caratteri di Twitter. Chi invece ama la semplificazione semantica e la "libera interpretazione" si innamorerà del nuovo tormentone che, come detto più volte, permette di effettuare una sola cosa: inviare e ricevere un messaggio con scritto "Yo". Un'espressione tipicamente americana, il cui significato si adatta facilmente a ogni evenienza: "Vuoi dire ‘buongiorno’? Semplicemente ‘Yo’" – si legge nella descrizione della applicazione – "Vuoi dire ‘Baby, sto pensando a te. Yo".

E non è uno scherzo. Nonostante l'applicazione sia stata pubblicata proprio lo scorso 1 Aprile, il giorno più scherzoso dell'anno, ad oggi oltre cinquantamila utenti si sono scambiati più di quattro milioni di Yo in tutto il mondo. Un vero e proprio boom, un enorme successo mediatico (soprattutto negli Stati Uniti d'America), spinto soprattutto dall'ingente finanziamento ricevuto da parte di un gruppo di investitori statunitensi, che ha permesso a Or Orbel (questo il nome dello sviluppatore dell'applicazione), di trasferirsi a San Francisco per lavorare a tempo pieno sul progetto. Anche se, in effetti, su cosa debba lavorare è ancora un mistero.

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"Non è solo un’applicazione che invia uno ‘Yo’" – spiega Orbel al Finantial Times – "Si tratta di un mezzo di comunicazione del tutto nuovo". Un metodo di comunicazione che in molti stanno già immaginando come il successore di WhatsApp, ma che probabilmente non riuscirà mai a raggiungere l'applicazione per la messaggistica istantanea più utilizzata al mondo. Di possibilità di utilizzare l'applicazione però ce ne sono molte: ad esempio, aggiungendo l'account WORLDCUP, arriverà uno Yo ogni volta che viene realizzato un gol durante i Mondiali di Calcio di Brasile 2014.

In attesa di riuscire a capire le sorti di questa finanziatissima applicazione, ecco un suggerimento utile per lo sviluppatore. L'unica funzione che sarebbe stata interessante integrare nell'app è assente: un widget, da installare nella homescreen dei dispositivi Android che permetta l'invio immediato di Yo senza la necessità di avviare ogni volta l'applicazione, potrebbe renderne l'utilizzo molto più immediato e far aumentare esponenzialmente i messaggi scambiati tra gli utenti di tutto il mondo.

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