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Amazon usa videogiochi per spingere i dipendenti a lavorare di più

Le stazioni di gioco posizionate in alcuni stabilimenti sono legate alla produttività dei dipendenti: più un lavoratore si dimostra efficiente, più ha la possibilità di superare gli avversari. In uno dei magazzini la vittoria porta a vincere monete fittizie che possono essere utilizzate per riscuotere gadget a marchio Amazon.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Un videogioco per spingere i dipendenti a lavorare meglio: è l'idea che Amazon sta testando all'interno di cinque degli stabilimenti di smistamento merci negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Secondo quanto riporta il Washington Post, il gruppo ha installato all'interno di questi magazzini degli schermi con dei videogiochi per permettere ai dipendenti di spezzare di quando in quando la monotonia del lavoro; i titoli installati sono molto semplici, ma al contempo sono tutti progettati per spingere i dipendenti a competere uno con l'altro sul terreno della produttività. Le azioni che i dipendenti sono costretti a svolgere quotidianamente per lavoro sono infatti la chiave per il successo nei videogiochi: più un dipendente si dimostra efficiente e veloce nell'evadere gli ordini che gli vengono assegnati, più il suo alter ego digitale avrà possibilità di vittoria sugli avversari nel videogioco — ad esempio disponendo di un'auto più veloce nel gioco di guida Mission Racer.

La strategia è pensata per sortire un duplice effetto: intanto mira a influire sul morale dei dipendenti dando loro l'impressione che la ripetitiva catena di azioni che intraprendono decine di volte al giorno abbia effettivamente uno scopo nonostante si tratti di un lavoro puramente meccanico; inoltre la prospettiva di poter mettere a segno una vittoria su un collega compiendo uno sforzo in più sembra rendere effettivamente più produttiva la forza lavoro. Se questo non bastasse — riporta il Washington Post — in almeno uno degli stabilimenti risultare primi nelle classifiche dei giochi fa vincere come premio monete fittizie che si possono usare per riscuotere gadget a marchio Amazon, come magliette e borracce.

Trasportare elementi di competizione, rischio e divertimento in ambiti che normalmente non li prevedono non è un fenomeno nuovo: si chiama gamification, ed è una strategia che ad esempio è già alla base di alcune app per il fitness e social network. Non per niente si tratta di un meccanismo controverso, utilizzato per per stimolare il cervello di chi vi viene sottoposto e mantenerlo vigile anche nei confronti di operazioni o situazioni in cui normalmente tenderebbe alla distrazione. Contaminare l'ambito lavorativo con quello ludico a scopo psicologico non è un esclusiva di Amazon: i premi di produttività esistono da decenni e in ambito hi tech lo stimolo a raggiungere determinati obbiettivi settimanali è alla base anche di piattaforme come Uber e Lyft. Quest'ultima implementazione sembra però una sintesi che porta il fenomeno ancora più in là.

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