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Apple e tracciamento dei dati personali: partono le denunce

Quattro le autorità della privacy di Corea del Sud, Italia, Germania e Francia hanno iniziato ad indagare per controllare eventuali infrazioni della Apple nella gestione dei dati personali.
A cura di Giovanna Di Troia
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Durante la conferenza Where 2.0, tenutasi il 20 aprile scorso, un ricercatore dell'università dell'Exeter e un ex dipendente della Apple hanno affermato che gli iPhone e l'iPad 3G con il sistema operativo iOS 4 registrano informazioni relative ai tragitti seguiti dai suoi possessori. Infatti, tali dispositivi mobili sono in grado di registrare latitudine, longitudine ed ora della loro presenza in un determinato luogo. Queste informazioni, raccolte dalle reti wi-fi nelle vicinanze, quindi riescono a tracciare tutti i minimi spostamenti dei propri clienti.

Tutto ciò ha provocato un ampio dibattito su internet e proprio in un forum di utenti Macintosh è arrivata una telegrafica replica di Steve Jobs, CEO della Apple: "Non tracciamo nessuno”.

Tuttavia, l’azienda di Cupertino non ha ancora dato risposte ufficiali alle domande di chiarimenti inviate dal Congresso degli Stati Uniti e da organizzazioni per la tutela della privacy. In Florida è già giunta in tribunale la richiesta, presentata da un proprietario di un iPhone, Vikram Ajjampur, e  da un detentore di un iPad, William Devito, di impedire la presunta raccolta di dati.

Inoltre, le autorità della privacy di ben quattro Paesi: Corea del Sud, Italia, Germania e Francia, che hanno iniziato ad indagare per controllare eventuali infrazioni della Apple nella gestione dei dati personali. In particolare, la Commissione per le comunicazioni coreana ha aperto un'indagine per valutare come avvenga la raccolta dei dati e in che modo gli utenti possano scegliere di concedere o ritirare il proprio consenso.

Anche i cellulari con il sistema operativo Android raccolgono dati anonimi sulla posizione del proprio possessore, ma Google, a differenza della Apple, lo rivela espressamente, anzi i suoi clienti possono scegliere se trasmettere oppure no la propria localizzazione, attraverso procedure di "opt-in" e "opt-out". Inoltre, l’azienda di Mountain View tiene bene a precisare che tali dati inviati ai propri server, sono "non trattati e che non possono in alcun caso essere venduti a terzi".

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