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Che cos’è CISPA, il nuovo disegno di legge che minaccia la libertà in rete

Il prossimo 23 Aprile il Congresso degli Stati Uniti si esprimerà su una proposta di legge che prevede la condivisione di informazioni sensibili degli utenti tra governo, enti pubblici e servizi privati come Facebook in nome della lotta ad eventuali attacchi informatici. Secondo EFF però, i termini troppo vaghi della legge mettono a rischio la privacy degli utenti.
A cura di Angelo Marra
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Una nuova proposta di legge al vaglio del Congresso statunitense è destinata a creare un nuovo caso internazionale, dopo i tentativi di applicare i vari SOPA, ACTA e PIPA parzialmente sepolti dallo scoppio di proteste e manifestazioni. Il repubblicano Mike Rogers e il democratico Dutch Ruppersberger hanno presentato il CISPA, Cyber Intelligence Sharing and Protection Act, un emendamento al National Security Act che prevede la (volontaria) condivisione di informazioni sensibili dei singoli utenti tra gli operatori di telecomunicazione (chi fornisce la banda, per capirci), i siti di servizi come i social network e il governo e le istituzioni.

Un vero e proprio Grande Fratello, nato con lo scopo ufficiale di creare una rete di prevenzione da attacchi informatici e di monitoraggio del materiale condiviso in rete, alla ricerca di eventuali violazioni del diritto d'autore. L'ennesimo regalo quindi all'industria cinematografica e musicale, che si somma agli altri maldestri tentativi come il SOPA o l'ACTA improvvisamente spuntati come funghi dopo lo scoppio del caso Megaupload. Questa volta però la situazione sembra diversa; innanzitutto la proposta è stata presentata in maniera bipartisan al Congresso e già conta sull'appoggio di oltre 100 delegati, il che rende chiaramente in discesa il processo di approvazione, diversamente da altri casi dei mesi passati.

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A fare la differenza però c'è l'appoggio anche dei big della scena tech mondiale, come Facebook e Microsoft che si sono dichiarati favorevoli all'approvazione della legge. Una posizione diametralmente opposta a quella rispetto alle altre proposte precedenti, che trova motivo nel fatto che questa volta non si parla di “responsabilità” da parte dei fornitori di servizi quanto di “partecipazione”, peraltro volontaria, alla raccolta delle informazioni. Liquidata la questione del coinvolgimento in eventuali querelle legali, i big dimostrano di non aver lottato in passato per la tanto sbandierata “libertà in rete” quanto per un esclusivo tornaconto personale, al netto del quale la posizione risulta in pratica capovolta.

Lo spauracchio degli “attacchi informatici” permetterebbe infatti un controllo minuzioso di tutte le informazioni disponibili sugli utenti da parte di agenzie governative come l'NSA e il dipartimento della Difesa, con un margine di operabilità che la stessa proposta di legge definisce in maniera nebulosa. Secondo Electronic Frontier Foundation infatti il meccanismo di cybersicurezza previsto dal dispositivo non stabilisce quali informazioni possano essere raccolte e utilizzate mentre il CDT, Center For Democracy and Tecnology, definisce “pericolosa” la proposta CISPA.

A questo link trovate la proposta CISPA in formato integrale (Pdf).

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