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Chip sottopelle al posto del tesserino, l’iniziativa di un’azienda belga che fa discutere

Un chip sottopelle al posto del tesserino per aprire porte o accedere alla postazione di lavoro in ufficio, è quanto proposto dalla società belga di marketing digitale Newfusion che di recente è stato adottato da otto dei dipendenti in modo volontario.
A cura di Matteo Acitelli
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Un chip sottopelle al posto del tesserino per aprire porte o accedere alla postazione di lavoro in ufficio, è quanto proposto dalla società belga di marketing digitale Newfusion che di recente è stato adottato da otto dei dipendenti in modo volontario. A riportare la notizia la redazione del giornale francese Le Soir che racconta di questo microprocessore di dimensioni pari a un chicco di riso che i lavoratori della Newfusion possono scegliere di collocare sulla mano, tra il pollice e l'indice, al posto del tradizionale badge identificativo.

Intervistato dai giornalisti della catena televisiva Vrt il direttore dell'azienda Vincent Nys ha dichiarato: "Nessuno è obbligato ad utilizzare il chip sottopelle, l'idea è nata per gioco dopo che un dipendente ha dimenticato per varie volte il badge a casa. La tecnologia rende più facile la nostra vita quotidiana. Non bisogna provarne paura, è sufficiente sperimentarla". Tutti i dipendenti della società che non intendono utilizzare il chip sottopelle potranno comunque utilizzare un anello che dispone delle stesse funzioni e risulta senza dubbio meno invasivo. Per tutte quelle persone che temono per la loro privacy il fondatore della società di marketing belga sottolinea che "un iPhone è dieci volte più pericoloso di un chip".

Chip sottopelle
Chip sottopelle

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Lega dei diritti dell'uomo in Belgio Alexis Deswaef, preoccupato di questa soluzione: "Si tratta di un pericolo reale. Si tratta di uno strumento di controllo totale. Siamo in grado di sapere a che ora il dipendente ha iniziato a lavorare e quando ha fatto la sua pausa sigaretta. Analizzeremo poi se è stato abbastanza produttivo? Cosa faremo con i dati raccolti? In futuro venderemo un po' del diritto alla privacy per una maggiore sicurezza o comodità?".

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