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CircleMe, il made in Italy che non parla italiano

Un social network che connette in base alle passioni. E’ made in Italy ma parla inglese. La recensione.
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"Essere la prima e reale risposta italiana ai tradizionali social network per tutto ciò che riguarda interessi e passioni", questa è la mission di CircleMe, la startup italiana che vuole connettere in un network passioni e hobby.  Da un anno e mezzo sul mercato e recentemente rinvigorita dal finanziamento ricevuto da Innogest Capital per due milioni di euro, la startup è presente in Italia, UK, Brasile, USA e Francia.

Tramite un'app per iphone e il prossimo mese – stando alle dichiarazioni del team – disponibile anche per dispositivi android,  il social network conta attualmente un milione di pagine correlate, 5.000 contenuti uploadati al mese per otto macro-categorie di interessi – Musica, Libri, Luoghi, Personaggi Famosi, Sport, Cibi e Bevande, Film, SerieTV – e undici milioni di potenziali interessi correlati attraverso le più comuni piattaforme web e social, da Facebook a Wine.

Come funziona? L'utente crea il proprio profilo ed inizia ad esprimere i propri interessi attraverso dei ‘like’  o può importare quelli già presenti su altre piattaforme. L'applicazione, a questo punto, inizia a suggerire contenuti correlati agli interessi dichiarati. Il profilo di ognuno viene definito gradualmente sulla base dei propri interessi, originari e acquisiti, fino a comporre un quadro completo di "Like" e "To do", perché il sistema permette di distinguere tra le cose che piacciono e le cose che piace fare, consentendo anche di geo-localizzare i luoghi che permettono di praticare un'attività desiderata, così da guidare anche eventuali follower con le stesse passioni.

Già definite le categorie più richieste: per "Luoghi" vincono Londra  e New York, per "Personaggi famosi" vincono Johnny Depp e Steve Jobs, per i "Prodotti" Apple con l'iphone e Ferrero con la Nutella si confermano brand che dominano il mercato e i gusti dei consumatori. Dalle immagini alla musica da iTunes, dai video su YouTube ad articoli web, e-book e info pratiche su eventi e prodotti, i contenuti veicolati su CircleMe sono svariati. Sembrerebbe un valido bacino di informazioni e network di relazioni se non ci fosse una stridente contraddizione tra prodotto e mission del progetto: la lingua ad oggi "parlata" dal social è l'inglese. Verranno sì integrate le altre a breve – dichiara la startup – ma rivelarsi al mercato come la prima risposta italiana ai grandi social network made in USA e farlo parlando inglese è un paradosso che lascia quantomeno perplessi gli utenti.

CircleMe.com nasce per fornire contenuti e servizi alle persone su temi di reale interesse, attraverso uno strumento di ‘serendipità intelligente’ che offre spunti, suggerimenti e idee”, ha spiegato Giuseppe D’Antonio, co-ideatore e CEO di CircleMe. “Le persone creano una vera e propria rete di ‘passioni’, scoprendone anche di nuove semplicemente esprimendo il proprio ‘like’ sulla pagina associata a quel ‘concetto’ specifico. L’interazione con altre persone viene stimolata solo se ci sono degli interessi in comune tra gli utenti, come per altro avviene nella vita reale”.

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Interessante il progetto, anche per connettere gli individui sulla base dei reali "punti di contatto", che siano gusti, che siano passioni, che siano attività, evitando spam inutile da parte di soggetti e contenuti non graditi; buona la user experience, bella la grafica. Resta la lingua il problema, perché barriera d'accesso per il mercato che questo prodotto si prefigge di rappresentare: quello italiano. Bene parlare al mondo in inglese, soprattutto per un progetto che si affaccia al mercato internazionale, ma necessario sarebbe stato partire sin da principio con un bilinguismo, per non dimenticare la finestra da cui si sta parlando: l'Italia.

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