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Cos’è Bandersnatch, il videogioco che ha ispirato il film di Black Mirror

Ormai è ufficiale: domani 28 dicembre Netflix pubblicherà un film interattivo della famosa serie Black Mirror, un lungometraggio costellato di bivi in cui gli spettatori sceglieranno che strada far intraprendere alla trama. Il film, intitolato Bandersnatch, è ispirato alla storia di un videogioco mai rilasciato e dal titolo omonimo sviluppato nel 1984. Ecco cosa sappiamo.
A cura di Marco Paretti
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Ormai è ufficiale: domani 28 dicembre Netflix pubblicherà un film interattivo della famosa serie Black Mirror, un lungometraggio costellato di bivi in cui gli spettatori sceglieranno che strada far intraprendere alla trama. Il film, intitolato Bandersnatch, segue le vicende di un programmatore che crea un videogame a partire da un romanzo fantasy ed è ispirato alla storia di un videogioco mai rilasciato e dal titolo omonimo sviluppato nel 1984. Un prodotto molto particolare che chi conosce la storia dell'industria videoludica lega all'ascesa e alla caduta di Imagine Software, una delle case di sviluppo più ambiziose dei primi anni '80 il cui successo, però, è durato ben poco.

Della trama del film di Netflix non si sa ancora praticamente nulla, ma in attesa di scoprire cosa ci riserveranno gli oltre 300 minuti di girato – che con le nostre scelte si ridurranno a 90 minuti di esperienza – è comunque interessante ripercorrere la storia del misterioso videogioco mai realmente uscito. Anche per prepararsi ad eventuali citazioni presenti nel film in streaming. Per parlare del titolo, però, bisogna prima fare un passo indietro e sottolineare l'approccio particolare di Imagine Software nel settore del 1982. Conosciuta per la minuziosa cura con cui realizzava confezioni e pubblicità, l'azienda nata a Liverpool produceva principalmente videogiochi per ZX Spectrum e VIC-20. Ma lo faceva seguendo un'idea diversa rispetto alla concorrenza.

Quello su cui l'azienda si è dedicata durante i suoi pochi anni di attività – fondata nel 1982, è fallita nel 1984 – erano i cosiddetti "Megagames", sei videogiochi pensati per superare i confini hardware che al tempo limitavano lo sviluppo di videogiochi, tanto che questi prodotti dovevano essere venduti con un accessorio in grado di "potenziare" i computer. Sei titoli estremamente ambizioni, quindi, capitanati proprio da Bandersnatch. I Megagames sono stati pubblicizzati pesantemente e sarebbero stati venduti ad un prezzo di oltre 30 sterline – molto più alto dello standard del tempo, fissato a poco più di 7 sterline – ma non videro mai la luce a causa del fallimento dell'azienda nel 1984 per gli enormi debiti mai pagati. "Saremo una fabbrica di successi" dice un personaggio del film nel trailer pubblicato nelle ultime ore, rendendo chiaro il riferimento alla softwarehouse inglese.

Ma cos'era quindi Bandersnatch? Tra i sei Megagames, due in particolare hanno sempre attirato l'attenzione: Bandersnatch per lo Spectrum e Psyclapse per il Commodore 64. Ma, nonostante le pubblicità apparse sui giornali specializzati del tempo, dei due titoli non si è mai visto nulla. Dal materiale pubblicitario si evince che i due giochi avrebbero dovuto rappresentare delle esperienze completamente nuove e rivoluzionarie, ma nulla più. C'è però una parte dei poster che richiama l'attenzione e probabilmente sarà legata al film di Netflix, cioè quella riguardante i creatori di questi due titoli. Le pubblicità, infatti, puntano fortemente sui "maestri della scrittura" che hanno realizzato i due videogiochi: "Quando questi maghi dei computer vengono rinchiusi per settimane tutto può succedere. Manterranno la loro sanità mentale o, elemento più importante, riuscirai a non perdere la pazienza?". Basta conoscere la serie per capire che solo queste due righe potrebbero rappresentare la sinossi di un episodio di Black Mirror. Un tema, quello della sanità mentale, che il trailer del film sottolinea chiaramente.

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Brataccas, il discendente di Bandersnatch

Dalle ceneri di Imagine Software, in realtà, Bandersnatch è rinato sotto il nome di Brataccas, un videogioco uscito sul mercato per mano di Psygnosis. Pubblicato per Amiga, Atari ST e Macintosh, il videogioco era un titolo d'azione a tema fantascientifico con elementi da gioco di ruolo. Seguiva le vicende di Kyne, un ingegnere genetico impegnato nello sviluppo di superuomini. Sotto pressione da parte del governo per creare supersoldati, Kyne si rifiuta e fugge dalla Terra, dando inizio ad una fuga interplanetaria che lo porta sull'asteroide Brataccas, il primo ad essere stato colonizzato dall'uomo. Se questo titolo sarà citato dal film di Netflix, però, lo scopriremo solo tra qualche ora.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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