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Da oggi esistono anche le “scarpe da gaming” per i videogiocatori professionisti

Forse non erano necessarie, ma da adesso sono disponibili le scarpe da gaming che, tramite materiali innovativi e struttura leggera ed ergonomica, puntano a migliorare le performance di chi le usa, specie tra i giocatori professionisti. Tuttavia, rimangono parecchie perplessità attorno le scarpe da gaming.
A cura di Lorena Rao
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Videogiochi e moda è un connubio sempre più diffuso. Se però le iniziative come quelle avviate da Louis Vuitton x League of Legends puntano al glamour e al fashion più puro, quanto promosso adesso da Puma con le scarpe da gaming si rivolge principalmente ai videogiocatori professionisti per migliorare le loro perfomance. Active Gaming Footwear, questo il loro nome, perché tramite il loro particolare design enfatizzano il comfort da sock-like – cioè da calza – di chi le indossa mentre è impegnato in un sessione di gioco. Sebbene queste calzature siano dedicate agli atleti professionisti, anche chi si sollazza a giocare ai videogiochi a casa può trarne beneficio. Le scarpe da gaming costano 160 dollari (90 euro in Italia), e fanno parte della linea Innovation del brand tedesco, che si basa su materiali innovativi e design di stampo futuristico.

Tuttavia, una volta fatta la presentazione delle scarpe da gaming, sopraggiungono molte perplessità. Non è specificato come queste possano migliorare le perfomance, dato che chi gioca lo fa da seduto, anche nelle più grandi competizioni, per cui non è chiaro come il comfort e l'ergonomia dei piedi possano incidere sull'esito di una sessione. A questo punto è normale ipotizzare che le Active Gaming Footwear siano utili per i racing game, i rythym game o i titoli in VR (Realtà Virtuale), insomma tutti quei generi videoludici che richiedono l'uso di gambe e piedi per giocare, tramite dispositivi specifici come pedaliere o piattaforme su cui danzare. Ma anche in questi casi resta poco chiaro l'apporto che le scarpe da gaming possono dare alla perfomance. Probabile pensare che saranno gli influencer videoludici e gli atleti professionisti a diffondere il capo d'abbigliamento sportivo tra le community di videogiocatori, più come status-symbol che come vero e proprio strumento per migliorare le proprie capacità.

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