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Facebook e l’approccio alle Fake News: meglio nasconderle che cancellarle

Ora è tutto più chiaro. Nel nome della libertà di parola, che va garantita sempre a tutti, Facebook pensa di risolvere il grande problema delle Fake News, esploso, lo ricordiamo, sulla piattaforma in occasione delle elezioni presidenziali Usa del novembre 2016, semplicemente nascondendole e non cancellandole.
A cura di Francesco Russo
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Da mesi si parla di come Facebook stia provando ad approcciare il problema delle fake news con soluzioni che, in alcuni casi, sono sembrate anche contrastanti. Ma ora è tutto più chiaro. Nel nome della libertà di parola, che va garantita sempre a tutti, Facebook pensa di risolvere questo grande problema – esploso, lo ricordiamo, in occasione delle elezioni presidenziali Usa del novembre 2016 – semplicemente nascondendole e non cancellandole. Questo è il vero approccio che la società di Mark Zuckerberg sta mettendo in pratica e reso pubblico qualche giorno fa ad alcuni giornalisti in visita presso gli uffici di New York. "Crediamo che cancellare queste pagine potrebbe essere contrario ai principi base della libertà d’espressione" questa la posizione di Facebook oggi di fronte ad un fenomeno che ha assunto ormai dimensioni allarmanti.

Facebook ha invitato un gruppo di giornalisti presso la sede di New York, dove son ostati ricevuti da John Hegeman, capo del news feed di Facebook, e dalla product specialist Sara Su. La giornata doveva essere dedicata proprio al modo in cui Facebook sta contrastando il fenomeno della Fake News. Ma, al momento delle domande, un giornalista in particolare, Oliver Darcy della CNN, ha posto una domanda, sollevando il vero problema di Facebook. "Ma se è vero che state facendo tutti questi sforzi per contrastare le fake news, come mai la pagina di InfoWars è ancora visibile?". La citazione di InfoWars non è un caso: è la pagina ritenuta essere la fucina delle fake news che fa riferimento al sito di Axel Jones, noto sostenitore di varie "teorie del complotto", schieratosi apertamente a sostegno di Donald Trump alle ultime elezioni presidenziali Usa. La risposta di John Hegeman è che la pagina InfoWars non ha commesso nessun illecito che sia giustificabile con la rimozione della pagina

La posizione di Hageman e della Su è che le persone "possono decidere da sole cosa leggere, fidarsi e condividere". Ed è in questo modo che aiutano la piattaforma a segnalare notizie in modo da abbassare il loro rating, rendendole quindi meno visibili sul feed. Principio corretto, per certi punti di vista, ma suona male, nel senso che Facebook in questo dimostra dimostra di non volersi assumere alcuna responsabilità nella diffusione delle fake news.

Facebook ha spiegato anche su Twitter la sua posizione sostenendo che fra le due strade, bannare o declassare, l'azienda di Menlo Park ha deciso di procedere per la seconda, penalizzando quei post che sono stati segnalati dagli utenti e classificati come falsi dai fact checker, in modo che da non comparire sul feed. Alternativamente possono comunque comparire a pochissimi utenti, con un abbattimento delle visualizzazioni future dell’80 percento, secondo quanto stimato da Facebook. "Sappiamo che la gente non è d'accordo, ma date le importanti questioni di libertà di parola in gioco non eliminiamo del tutto questo contenuto". Non un problema semplice da risolvere, ma da Facebook ci si aspetterebbe di più.

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