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Facebook non è adatto ai bambini: la Commissione europea chiede migliorie

Il commissario europeo per l’Agenda Digitale Neelie Kroes si dice seriamente preoccupata per la scarsa sicurezza offerta dai social network ai bambini. In particolare, la perplessità dell Kroes riguarda Facebook, dove sembra che i più piccoli siano maggiormente esposti al contatto con predatori sessuali e privi degli strumenti necessari per contrastare questo triste trend.
A cura di Anna Coluccino
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Neelie Kroes chiede maggiore severità sul tema della sicurezza online per i più piccoli e -stavolta- il suo sembra essere un appello dal sapore categorico:  "Sono rammaricata" dice il commissario europeo per l'Agenda Digitale "la maggior parte dei siti legati al social networking non è ancora riuscita ad assicurare che i profili dei molti minori presenti online siano accessibili solo ed esclusivamente ai contatti approvati da loro".

L'appello è rivolto soprattutto ai principali social network, con particolare attenzione a Facebook, reo di essersi dimostrato il meno sicuro tra i colossi del settore. Eppure, dichiarazioni rilasciate nel corso dell'eG8 dello scorso maggio, Mark Zuckerberg sembrava seriamente intenzionato ad agire in maniera piuttosto radicale in questo campo. Certo, la sua era una proposta che non avrebbe incontrato tanto facilmente il consenso delle istituzioni (ha parlato, infatti, si aprire Facebook anche ai minori di 13 anni ma strutturando una sorta di "spin-off" di Facebook dedicato ai più piccoli con regole più rigide), ma alla base esisteva comunque il medesimo cruccio che, oggi, tanto affligge la Kroes:  Internet non è un luogo sicuro per i bambini, e se è vero che l'alfabetizzazione informatica deve cominciare il prima possibile, allora il problema di proteggere i minori diventa ancor più forte e cogente.

Del resto, i dati in possesso della commissione europea sono elequenti:

  • il 77% dei ragazzi dai 13 ai 16 anni utilizza social network;
  • il 38% dei bambini dai 9 ai 12 anni utilizza social network;
  • 12 dei 14 siti utilizzati consente ai motori di ricerca di indicizzare i profili dei minori;
  • solo Bebo e MySpace impediscono l'accesso di estranei ai profili dei minori.

Al momento la Commissione Europea non ha espresso l'intenzione di denunciare i siti rei di non aver intensificato i controlli, ma un'ipotesi di questo tipo non è affatto da escludere, specie se i social network non provvederanno quanto prima a rendere i loro siti a prova di bomba.

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