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Rubano mezzo miliardo di euro in criptovalute, ma dopo l’appello delle vittime ne rendono la metà

Colpita la piattaforma di finanza decentralizzata Poly Network. La notizia è stata data su Twitter dove le vittime – dopo aver tentato di mettersi pubblicamente in contatto con l’individuo o il gruppo di individui responsabile dell’operazione – hanno poi annunciato di aver già ricevuto indietro circa metà del maltolto.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Per alcuni osservatori si tratta della più dannosa operazione di hacking nel settore delle criptovalute: una intrusione o un furto che ha portato a volatilizzarsi un quantitativo di 612 milioni di dollari – poco più di mezzo miliardo di euro – in varie criptovalute. A subirla è stata il gruppo di finanza decentralizzata Poly Network, che tra le altre cose si occupa di trasferire unità di diverse criptovalute da una piattaforma all'altra. La notizia è stata data su Twitter dove il gruppo – dopo aver tentato di mettersi pubblicamente in contatto con l'individuo o il gruppo di individui responsabile dell'operazione – ha annunciato pochi minuti fa di aver ricevuto indietro circa metà del maltolto.

La piattaforma colpita

Poly Network permette ai suoi utenti di trasferire le unità delle criptovalute in loro possesso da una blockchain all'altra, motivo per cui quando i criminali hanno colpito i suoi sistemi hanno potuto impossessarsi di quantitativi ingenti di più di una criptovaluta. In particolare il rapporto iniziale dell'azienda parlava di 273 milioni di dollari in Ethereum, 253 milioni in Binance Smart Chain e 85 milioni in USDC, anche se ora il conteggio andrà rivisto. Subito dopo il furto infatti la piattaforma aveva lanciato un appello agli ignoti hacker, chiedendo loro di restituire il denaro sottratto e tentando di fare leva sul lato umano dietro all'operazione – specificando cioè che le criptovalute violate appartenevano a decine di migliaia di risparmiatori; a poche ore dal furto la richiesta è stata parzialmente esaudita.

Il dietro front degli hacker

L'aggiornamento l'ha fornito la stessa Poly Network, sempre su Twitter: "Un totale di 260 milioni di dollari è stato finora già restituito", ha dichiarato l'azienda. Il maltolto si è materializzato spontaneamente presso gli indirizzi forniti agli hacker proprio da Poly Network nel caso questi decidessero per un dietro front. La decisione dei criminali potrebbe però non essere stata dettata da un pentimento: alcuni messaggi provenienti dal sedicente hacker ma non verificati affermano che l'intento del colpo non era mai stato quello di impossessarsi del denaro, ma soltanto di dimostrare le vulnerabilità informatiche insite al sistema messo in piedi da Poly Network per le sue operazioni; un'altra tesi è che l'hacker o gli hacker si siano semplicemente resi conto che lo sforzo necessario a riciclare le criptovalute sottratte sarebbe stato troppo difficile e rischioso da sostenere.

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