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Gli azionisti di Facebook hanno provato a limitare il potere di Zuckerberg (ma hanno fallito)

Durante l’incontro annuale, gli azionisti di Facebook che hanno più volte spinto per una limitazione del potere decisionale del fondatore e CEO della piattaforma, fallendo però nell’ottenere qualsiasi tipo di risultato proprio a causa dell’enorme potere che Zuckerberg ha in mano.
A cura di Marco Paretti
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Le voci che chiedono la limitazione dei poteri di Mark Zuckerberg all'interno di Facebook si stanno facendo sempre più forti, ma a giudicare dalla situazione e dagli equilibri di forza all'interno dell'azienda è probabile che restino inascoltate. Un dato chiaro che è emerso durante l'incontro annuale con gli azionisti del colosso dei social network, che hanno più volte spinto per una limitazione del potere decisionale del fondatore e CEO della piattaforma, fallendo però nell'ottenere qualsiasi tipo di risultato proprio a causa dell'enorme potere che Zuckerberg ha in mano.

Quattro sono stati i punti principali toccati durante l'incontro: aumentare il potere in mano agli azionisti, la creazione di un Cda indipendente senza Zuckerberg, la possibilità degli azionisti di votare il Cda (una proposta che definiva Zuckerberg come un "dittatore") e una possibile alternativa strategica, come il dividere Facebook in aziende separate l'una dall'altra. Tutte queste proposte si sono scontrate contro un muro, finendo per essere solamente delle prese di posizione simboliche.

Il motivo è semplice: Zuckerberg possiede la grande maggioranza delle azioni più potenti della sua azienda, elemento che gli consente di avere il controllo totale sui voti e sulle decisioni dell'azienda. In breve, gli azionisti contano poco o nulla quando si parla di decisioni strategiche per la piattaforma. "Questo è un periodo importante per l'azienda, stiamo combattendo per fare la cosa giusta ogni giorno" ha spiegato durante l'incontro. Nonostante questo, però, gli azionisti hanno sottolineato chiaramente che vogliono vedere Facebook cambiare. Il fondatore ha peraltro apertamente schivato tutte le domande relative al suo potere, limitandosi a sostenere che dovranno esserci delle regolamentazioni esterne. "Riconosco che ci sono limiti a quello che un'azienda può decidere" ha commentato.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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