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Hacker inglese ricattava utenti di siti porno: in due anni ha guadagnato milioni di euro

La minaccia via ransomware, ricatto informatico, è purtroppo una delle più pericolose in assoluto che può colpire chiunque. Un caso che sta facendo molto discutere riguarda l’hacker inglese Zain Qaiser che in due anni avrebbe ricattato gli utenti di siti porno attraverso un sistema criminoso che gli ha fruttato la somma di quasi 4 milioni sterline, oltre 4,7 milioni di euro.
A cura di Francesco Russo
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La minaccia via ransomware, ricatto informatico, è purtroppo una delle più pericolose in assoluto che può colpire chiunque. Un caso che sta facendo molto discutere riguarda l'hacker inglese Zain Qaiser, 24 anni originario di Barking, periferia di Londra, che in due anni avrebbe ricattato gli utenti di siti porno attraverso un sistema criminoso che gli ha fruttato la somma di quasi 4 milioni sterline, oltre 4,7 milioni di euro. Si tratta di uno dei casi più gravi mai verificatesi nel Regni Unito. Dopo lunghe e difficoltose indagini, per via della fitta rete che Qaiser è riuscito a costruire nel corso dei due anni a cui fanno riferimento i fatti, dal 2012 al 2014, e per via dei problemi mentali dello stesso hacker, che sarebbero alla base dei suoi gesti, la corte di Kingston Crown Court lo ha condannato a sei anni e cinque mesi di reclusione, una delle pene più alte mai inflitte, in casi come questi, nel Regno Unito.

Il sistema criminoso messo in atto da Zain Qaiser, 24 anni di Londra, un passato da programmatore informatico, era iniziato quando l'hacker aveva 17 anni e consisteva nel nascondere all'interno di banner, posizionati sui siti porno, un software che attivava il download del kit malevolo e proiettava l'ignaro utente su quello che era un vero e proprio ricatto. L'utente, minacciato e quindi ricattato, data la situazione di pericolo che si veniva a creare, veniva indotto a pagare. Le indagini delle autorità inglesi non sono ancora riuscite a stabilire il numero preciso degli utenti che hanno ceduto al ricatto pagando somme di denaro a Qaiser, tanto è alto il numero delle persone che sono cascate nella pericolosa trappola.

Zain Qaiser
Zain Qaiser

Qaiser, col passare del tempo, ha affinato sempre di più il sistema, al punto di coinvolgere una persona di nazionalità russa, gestore di strumenti informatici molto pericolosi, con cui creare un vero e proprio business criminale basato sul ransomware. La rete si è quindi allargata sempre di più, sono poi entrati criminali online provenienti dalla Cina, dagli Usa e da altri paesi, fino a realizzare una delle reti di hacker più pericolose.

Il kit malevolo prevedeva anche un messaggio, falso ovviamente, apparentemente realizzato dall'FBI, e da altre forze dell'ordine, che accusava l'utente di aver infranto una legge imprecisata, con il rischio di poter finire in carcere per tre anni. Il sistema approntato dall'hacker a questo punto offriva una via d'uscita per evitare l'incriminazione, falsa, e la relativa condanna, inducendo l'utente impaurito al pagamento di 200 dollari o 100 sterline. L'imbarazzo della situazione e la paura di essere scoperti portavano gli utenti a pagare, per liberarsi dal ricatto.

Le indagini sono riuscite a risalire ad alcuni dati, pare infatti che il kit criminoso, nascosto all'interno di banner su siti pornografici, fosse stato scaricato su 165.000 pc, di cui il 5 percento sicuri vittime del ransomware. E, sempre dalle indagini, risulta che la rete criminosa sia stata in grado di generare fino a 4 milioni di sterline in ricatti, una somma vicina a 4,7 milioni di euro. Gli investigatori sono riusciti a risalire a Zain Qaiser anche in base alle elevate spese che l'hacker effettuava, nonostante fosse un semplice programmatore. È stato rilevato che, ad esempio, Qaiser avesse speso 5.000 sterline per un Rolex e 2.000 sterline per un soggiorno in un lussuoso albergo di Chelsea. Al momento dell'arresto, Qaiser è stato trovato in possesso di 550.000 sterline, provenienti dagli ultimi pagamenti prima di essere scoperto.

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