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Covid 19

Immuni è stata scaricata da 2,2 milioni di persone, ma non c’è da festeggiare

I download dell’app sono sempre di più, ma il ritmo delle nuove installazioni potrebbe aver già iniziato a rallentare. L’app per il momento è attiva soltanto in 4 regioni, ma per far sì che non cada nel dimenticatoio fino a quando non sarà tardi serve convincere i potenziali utenti della sua efficacia.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Sta per avvicinarsi il momento dei primi bilanci per l'app Immuni, lo strumento che secondo il governo sarà fondamentale a contenere l'epidemia di Covid-19 e in particolare a prevenire o mitigare l'impatto di una eventuale seconda ondata di contagi. L'app è stata messa a disposizione all'inizio del mese per il download sugli smartphone Android e iOS e secondo le ultime informazioni ufficiali è stata scaricata da circa 2,2 milioni di persone. Da questo punto di vista una valutazione può però essere già fatta: il governo riferisce infatti il dato dando alla notizia un'accezione positiva, ma la realtà è che 2,2 milioni di utenti a 10 giorni dal lancio potrebbero non essere un segnale positivo per il destino di Immuni.

Il dilemma di Immuni

Il motivo è semplice. Da una parte l'app è tanto più efficace quanto più numerosi sono gli utenti che la usano: per tracciare l'andamento dell'epidemia del resto serve che i nuovi casi comunichino il proprio stato di salute all'infrastruttura, che poi farà in modo che i potenziali contagiati ricevano dall'app la relativa notifica; se in pochi hanno l'app, questo avverrà con meno probabilità. D'altro canto c'è la cifra attuale di 2,2 milioni di utenti, che potrebbe non crescere a sufficienza nei prossimi mesi.

Forse superato il picco

Certo, l'app è uscita soltanto 10 giorni fa e non è neppure stata attivata in tutte le regioni, ma il rischio è che il picco di download — il momento in cui chi aspettava Immuni si è precipitato a scaricarla — sia già stato superato. Del resto funziona così con la maggior parte delle app: dopo una fase iniziale di entusiasmo durante la quale il software viene scaricato dai curiosi e coloro che ne erano già interessati, il numero di nuovi download inizia a calare lentamente. Se così stesse accadendo anche per Immuni, il numero di nuovi utenti dell'app sarebbe destinato a crescere, ma a un ritmo minore che potrebbe finire con l'azzerarsi a breve.

Convincere gli indecisi

Le stime iniziali avvisavano che Immuni sarebbe stata efficace solo se presente sugli smartphone del 60% della popolazione. La previsione è stata poi corretta a stretto giro precisando che — in concomitanza di altre misure di prevenzione — l'app sarebbe risultata utile anche a fronte di un tasso di adozione minore. Tra 5 o perfino 10 milioni di download e i 36 milioni di download ideali c'è però una differenza sostanziale; per rendere Immuni efficace il governo dovrà lavorare ancora molto per spingere l'adozione dell'app.

In attesa dei primi dati sull'utilizzo dell'app che secondo il viceministro alla salute Sileri arriveranno settimana prossima, il governo dovrà pianificare un'operazione di comunicazione a lungo termine che non può basarsi sulla semplice promozione. Andranno convinti con argomenti semplici ed efficaci i cittadini più preoccupati per la propria privacy e coloro che pensano che il virus sia ormai sparito per sempre. Soprattutto però andrà contraddetto coi fatti chi è più legittimamente convinto che il numero di tamponi effettuato sul territorio non sia sufficiente a dare alla piattaforma i mezzi per rendersi effettivamente utile.

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