Nei prossimi giorni ben settecento nuovi domini andranno a personalizzare gli indirizzi dei siti internet. Oltre alle diverse municipalità italiane, anche le grandi aziende si sono subito date da fare per aggiudicarsi i propri, al costo di centoquarantasettemila euro per l'acquisto ai quali vanno ad aggiungersi altri ventimila euro annui per il mantenimento: stanno per arrivare i domini ".nike", ".windows", ."canon". ".apple", ".google" e così via. Anche Facebook ha subito registrato il dominio ".facebook", ma stranamente si è fatta soffiare il ".like" da Amazon, il colosso internazionale del commercio elettronico.
In Italia i nuovi domini saranno quindici, per lo più acquistati da Fiat. L'azienda automobilistica infatti, se n'è aggiudicati ben dieci, tra i quali troviamo ".alfaromeo”, “.lancia”, “.arbarth”, ma anche "newholland", ".ferrari", “.maserati”, oltre che al classico ".fiat". I restanti domini sono italiani sono di Lamborghini, BNL, Gucci, L'hotel Cipriani di Venezia e Praxi.
IL CASO .ROMA – Quando, nel 2012, i domini furono assegnati in un bando internazionale dell'Icann, la vecchia amministrazione del comune di Roma preferì non partecipare, con la conseguente perdita del dominio ".roma", che fu acquistato dalla Top Level Domain Holdings Limited, un gruppo di broker con sede a Londra, che si sono aggiudicati anche il dominio ".casa" e ".pizza".
Per correre ai ripari, tramite il ministero dello Sviluppo economico, Roma Capitale ha diffidato la società londinese ad utilizzare il dominio ".roma": "Nel 2012 non è stato acquistato il dominio `.roma´. La precedente amministrazione non ha aderito al bando dell’Icann e noi attraverso il Mise abbiamo quindi diffidato il privato dall’utilizzo del dominio `.roma´ (dal costo di 200-300mila euro)" – spiega Marta Leonori, assessore capitolino alla Roma Produttiva – "e in futuro verrà rifatto un nuovo bando a cui aderiremo. Un altro segnale di quanto questa amministrazione tenga al settore della nuova comunicazione, dopo che il sindaco Marino, appena insediato, subito si riprese l’account Twitter @Roma».
Del tutto diversa la situazione per le amministrazioni che si sono mosse in tempo, come New York (.nyc), Parigi (.paris), Berlino (.berlin) e Londra (.london).