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Antonella Sicomero morta a dieci anni a Palermo

L’universo social di Antonella, morta soffocata a 10 anni: decine di profili Instagram, Facebook e TikTok

Almeno 5 account Instagram, diversi profili Facebook, un profilo sull’app di condivisione video Likee e una quantità non meglio precisata di profili TikTok: è la galassia degli account di Antonella, la bambina di 10 anni trovata con una corda legata attorno al collo in quello che inizialmente è stato definito come un tentativo di emulare una challenge del social cinese.
A cura di Marco Paretti
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Tanti balletti, qualche lip sync e alcuni tutorial di make up, ma nessuna delle challenge virali che negli ultimi anni abbiamo visto apparire a ritmi regolari su piattaforme come TikTok. È ciò che emerge dai profili social ancora raggiungibili di Antonella, la bambina di 10 anni trovata con una corda legata attorno al collo in quello che inizialmente è stato definito come un tentativo di emulazione di una challenge di TikTok. Sfida di cui però si parla ciclicamente sul web e che non sembra avere riscontro sul social network: di "Blackout Game" si parla da anni, ma in rete non troverete immagini censurate né video ricaricati su altri social o altri riferimenti concreti a una challenge che, come in altri casi simili, sembra vivere più nei racconti di cronaca che nella realtà dei fatti. Perché, tra i molti dubbi attorno alla morte della bambina, la realtà che traspare dai post della moltitudine di suoi account social racconta una storia diversa: quella di una giovanissima che negli atteggiamenti, nelle movenze e nei testi voleva mimare le influencer più grandi. Anche se lei aveva solo 10 anni e su quelle piattaforme non ci sarebbe dovuta essere.

Almeno 5 account Instagram, diversi profili Facebook, un profilo sull'app di condivisione video Likee e una quantità non meglio precisata di profili TikTok: è la galassia degli account di Antonella, che stando alle date dei post che siamo riusciti a visionare risale almeno al 2019, quando lei aveva 8 anni. Una moltitudine di selfie, scatti allo specchio e video di balletti scaricati da TikTok e ricaricati su Instagram. Sembra di osservare un normale account di un influencer (o di qualcuno che vorrebbe esserlo) se non fosse che in questo caso la protagonista ha solamente 10 anni. "Ciao, buonanotte e a domani" dice alla telecamera in un video pubblicato poco prima di dormire. I post si ripetono con lo stesso approccio su tutti gli account Instagram a suo nome e aperti prima del 2020, fino ad arrivare a quello più recente dove appaiono anche molti filtri Snapchat e foto con le sorelline (5 e 9 anni) che invece non hanno profili social. Il desiderio di emulazione che traspare da queste immagini è chiaro e rimanda a quello che è il linguaggio visivo di piattaforme come Instagram: le pose, i selfie, i filtri e i video sono quelli pubblicati da una grande quantità di adolescenti su piattaforme dove i contenuti multimediali la fanno da padrona.

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Dai profili Instagram di Antonella si arriva però al punto cardine della tragica morte: TikTok. Secondo le prime informazioni, la bambina avrebbe tentato di riprodurre la Blackout Challenge legandosi l'estremità di una cintura al collo e l'altra al sostegno degli asciugamani del bagno, non riuscendo più a slegarla e perdendo i sensi per la mancanza di ossigeno. Il tutto, sempre stando alle prime notizie, mentre registrava un video per TikTok. Qui i punti critici sono molteplici: prima di tutto, questa challenge non ha riscontri di alcun tipo online. Non ci sono screenshot, immagini blurrate o video ricaricati su altre piattaforme che ne indichino anche lontanamente l'appartenenza a una "sfida" che, secondo la narrazione che ne sostiene l'esistenza, richiederebbe di fermare o rallentare l'afflusso di ossigeno al cervello. Questo è già di per sé un elemento che dovrebbe far riflettere, anche visto che questa challenge in realtà appare ciclicamente tra i gruppi di più giovani da prima degli anni '90, quando però non c'erano i social e queste sfide si diffondevano per passaparola. In questo caso è lo stesso TikTok a spiegare di non aver "riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento", contenuti che, appunto, avrebbero lasciato qualche traccia dentro e fuori il social.

Contenuti e sfide alle quali peraltro i profili di Antonella non fanno mai riferimento. Qui però si apre un altro punto critico: quello dei profili TikTok di Antonella, gli unici a non essere più disponibili online. Oggi si parla di un "profilo TikTok di tipo privato" e con "257 follower e zero video". Un elemento che non trova attualmente riscontro sulla piattaforma: non esistono profili a suo nome con quei dati, peraltro molto strani per un profilo di TikTok: 257 follower per l'account di una bambina di 10 anni che non ha mai pubblicato video sono troppi. Tanto che anche gli account Instagram di Antonella non superano i 200 seguaci, tra cui anche amici e parenti. Non si capisce quindi a che account si faccia riferimento, ma dai profili di Instagram è possibile risalire al profilo TikTok dove invece Antonella era attiva anche nel 2019: quello del padre.

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Sono due i nomi degli account che appaiono sopra i video di TikTok dove la bambina balla ed entrambi fanno riferimento ad Angelo Sicomero, il padre. Sono gli unici riferimenti ad account TikTok relativi alla bambina, con l'ultimo video pubblicato il 5 luglio 2020. Si tratta di account che attualmente non sono più attivi sul social cinese, ma che comunque non sembrano essere compatibili con le notizie di oggi che parlano di zero video pubblicati: i filmati ci sono e sono documentati da post su Instagram che ne riportano il watermark, cioè il logo di TikTok e il nome dell'account che il social imprime su ogni video pubblicato sulla piattaforma dopo la sua messa online. Insomma, è certo che quei video erano presenti su TikTok e che ad un certo punto l'account che li ospitava è stato cancellato.

Ma ancora più evidente in questo è un profilo che nelle ultime ore non sembra essere stato toccato e che raccoglie diversi video di TikTok (e non) realizzati da Antonella nel 2019 e nel 2020. Si tratta del suo account di Likee, un social network molto simile a TikTok che fondamentalmente ne copia la maggior parte delle impostazioni. Tant'è che sul suo profilo Linkee Antonella ha ripubblicato molti dei contenuti già messi su TikTok, dai balletti ai mini tutorial di make up, passando per "le 5 cose che abbiamo fatto tutti nella vita". L'ultimo post su questa app risale allo scorso anno e chiarisce anche un altro elemento: nel corso del 2020 il suo account TikTok è cambiato, passando dal nome originale a uno leggermente modificato con la data di nascita della bambina. Se si tratta dello stesso account con il nome modificato o di due account diversi non è possibile dirlo: di profili a nome del padre non ce n'è più traccia su TikTok.

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Quello che non sappiamo è anche se questi profili sono stati aperti dal padre o direttamente da Antonella, che magari ha deciso di utilizzare il nome come ulteriore metodo per aggirare il limite d'età della piattaforma. Su TikTok, infatti, i minori di 13 anni non possono avere un account e i minori di 16 anni vengono avvolti da ulteriori strati di protezione che provano a rendere private parti di questi profili. Non è un sistema infallibile perché, al netto dei controlli del social, un bambino può facilmente mentire e dichiarare di avere più di 16 anni. È così che Antonella ha aperto tutti i suoi profili social (a 10 anni ogni portale vieta l'apertura di un account, anche Instagram) e ha continuato a pubblicare contenuti. Qui il tema è quello già tristemente noto: non c'è nessuno che controlla cosa fanno i minori sui social, anche e soprattutto all'interno delle famiglie. È un tema che coinvolge i social tanto quanto altri elementi su cui il dibattito relativo ai giovani ha martellato negli ultimi anni, come i videogiochi. In attesa di conoscere cosa è successo alla bambina, il dialogo tra figli e genitori è fondamentale, anche al netto di una situazione come quella di Antonella dove il fulcro del tragico incidente, cioè la supposta challenge, non trova riscontro sui social. È un tema che va affrontato con i genitori ma anche con le piattaforme, che invece devono impegnarsi a individuare con più efficacia questi profili di giovanissimi. Perché se da un lato è preoccupante che una bambina si ritrovi a voler emulare le influencer a soli 10 anni, dall'altro lo è anche il fatto che molteplici piattaforme abbiano consentito che la stessa bambina di 10 anni avesse molteplici account social pubblici senza alcun tipo di protezione.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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