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Megaupload, i dati sui server verranno cancellati. Cloud computing a rischio?

Dopo il sequestro dei beni il gruppo Megaworld non è più in grado di pagare l’abbonamento presso le aziende che ospitano i dati di Megavideo e Megaupload, che a giorni verranno probabilmente cancellati, compresi quelli caricati legalmente dagli utenti. Intanto il Partito Pirata catalano organizza una class action contro l’FBI.
A cura di Angelo Marra
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Megavideo i dati sui server verranno cancellati Cloud computing a rischio

Chi sperava che qualche cavillo giudiziario restituisse la libertà all'impero di Megavideo ora deve fare i conti con la peggiore delle notizie: tutti i dati presenti sui server verranno cancellati. Il provvedimento però non è di tipo giudiziario, in quanto i files nei database di Megavideo non sono in realtà sotto sequestro.

Ad esserlo invece sono i beni della società, compresi i soldi con cui Kim DotCom pagava il canone di abbonamento alle aziende come Carpathia Hosting Inc. e Cogent Communications Group Inc. che offrivano i loro server per ospitare i dati.

Ora che i sette membri principali dello staff di Megavideo sono in carcere e i conti sono stati congelati, il rinnovo del contratto quasi sicuramente verrà interrotto, con la conseguente cancellazione di tutti i files presenti, compresi quelli totalmente legittimi caricati dagli utenti che utilizzavano il servizio in maniera legale.

Gli avvocati della difesa di Megavideo stanno provando in ogni maniera ad ottenere uno scongelamento parziale dei beni almeno per rinnovare il contratto con le aziende di hosting, ma in questo modo non farebbero altro che rendere nuovamente operativo il servizio a tutti gli effetti, operazione che difficilmente la giustizia americana potrà consentire.

Se la cancellazione dei files dovesse essere confermata, anche un rovesciamento della situazione legale tra Megavideo e il Dipartimento di Stato (non impossibile ma assai poco probabile) non permetterebbe più al servizio di tornare attivo per un lungo periodo di tempo.

La questione di Megavideo rischia però di avere delle pesanti ricadute sull'intero mondo del cloud computing. Molti utenti utilizzavano il servizio in maniera legale, magari affidando al gestore di hosting anche dati di una certa importanza.

Qualsiasi irregolarità di questi servizi, come ha dimostrato il caso di Megaupload, rischia però di avere effetti collaterali sull'intera piattaforma a danno di tutti gli utenti, a prescindere che siano utilizzatori regolari o meno, il che porta ad interrogarsi sulla sicurezza del cloud computing, concepito per funzionare interamente in rete.

Sia le leggi relative ai diritti d'autore che quelle inerenti alla sicurezza (come il Patriot Act) mettono costantemente a rischio i servizi cloud rendendoli poco sicuri e con il perenne rischio che un intervento legale possa bloccare l'intera piattaforma e cancellare indiscriminatamente i dati degli utenti.

Sulla base di questo principio il Partito Pirata catalano ha deciso di lanciare una class action addirittura contro l'FBI. Al Dipartimento di Stato è stata chiesta infatti la restituzione dei file “legali” di proprietà degli utenti ed attualmente inaccessibili, soprattutto ora che la possibilità che vengano cancellati è diventata più che concreta. Megaupload è sempre stato molto popolare in Spagna e la proposta è stata accolta con entusiasmo dagli utenti ed è probabile che a breve raggiunga l'altra sponda dell'oceano.

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