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Opinioni

Perché Facebook non chiuderà WhatsApp Messenger

L’eliminazione della possibilità di chattare tramite l’applicazione ufficiale del social network a favore di Facebook Messenger, ha spinto utenti ed esperti a predire la totale chiusura di WhatsApp. In realtà le due applicazioni di messaggistica sono molto differenti tra loro, e il patron di Facebook ne è ben cosciente.
A cura di Dario Caliendo
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La chiusura di WhatsApp a favore di Facebook Messenger non è dietro l'angolo. Nonostante i giochi di parole utilizzati dal tabloid britannico che ha dato il via a quello che è ormai definibile come un vero e proprio "fenomeno di preoccupazione virale", il patron del social network che ha acquisito per 19 miliardi di dollari la popolare applicazione per la messaggistica istantanea, non ha in programma alcuno "shutdown". Tutto è nato a seguito di un'intervista al NYT riportata in maniera differente da un quotidiano londinese nel quale, valutando una serie di fattori, si è giunti alla conclusione che unificare le due piattaforme sarebbe la scelta migliore per Facebook, soprattutto considerando che potrebbe dar vita ad un database d'utenza di circa due miliardi di persone.

Le telefonate in Facebook Messenger

La prima considerazione che ha portato alla conclusione di un'ipotetica chiusura di WhatsApp Messenger, è strettamente collegata all'introduzione delle chiamate vocali nell'applicazione Facebook Messenger. Una funzionalità che il CEO di WhatsApp aveva annunciato lo scorso marzo in occasione del Mobile World Congress, ma che per ora non è stata ancora introdotta nell'applicazione di messaggistica istantanea.

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L'errore che hanno fatto tutti (o quasi) è stato quello di associare l'introduzione delle chiamate vocali su Facebook all'ultimo aggiornamento di Facebook Messenger. In realtà le telefonate via VoIP tramite la piattaforma del social network sono possibili da oltre un anno (era, per essere pignoli, esattamente il 28 marzo 2013 quando arrivarono in Italia). Quello che in realtà è cambiato con l'ultimo update di Messenger è esclusivamente il posizionamento dell'icona per avviare le chiamate vocali e l'introduzione dei gruppi di chat. Un allarmismo inutile quindi, animato da un changelog scritto male e dall'ignoranza di chi, pur di far notizia, scrive senza informarsi sull'argomento.

Chat solo su Facebook Messenger

Il secondo fattore che ha fatto temere la chiusura di WhatsApp Meggenger è stato quello relativo alla graduale eliminazione della possibilità di chattare con i propri amici di Facebook tramite l'applicazione ufficiale del social network: una caratteristica che, a breve, sarà inclusa esclusivamente in Facebook Messenger.

A quanto pare il social network vuole spingere tutti gli utenti che accedono alla piattaforma tramite dispositivi mobili a scaricare la sua applicazione per la messaggistica istantanea, probabilmente per assicurarsi che l’enorme utenza converga su due applicazioni ben specifiche.

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“Facebook ha scoperto che l’utilizzo di Messenger velocizza le risposte ai messaggi del 20%” – ha spiegato un portavoce del social network – “siamo riusciti a sviluppare un’applicazione per la messaggistica istantanea stabile e molto funzionale, ed ha senso per noi spingere la nostra utenza ad utilizzarla il più possibile”.

Si tratta senza ombra di dubbio di una novità importantissima, il cui senso però è totalmente opposto alla chiusura definitiva di WhatsApp: in realtà la scelta eliminare la possibilità di chattare tramite l'applicazione ufficiale, rappresenta una prima convergenza della piattaforma di messaggistica istantanea del social network verso WhatsApp. Insomma, Zuck vuole “unificare” l’esperienza utente delle due piattaforme, ma continuerà a tenerle del tutto indipendenti.

Facebook punta sul suo Messenger

Una cosa è certa. Prima dell'acquisizione di WhatsApp, Facebook Messenger era una delle applicazioni del social network più trascurate. Da quando Acton e Koum hanno venduto l'applicazione per la messaggistica istantanea invece, è come se Facebook abbia deciso di risvegliare dallo stato comatoso il suo Messenger, aggiornandolo e spingendo la sua utenza a scaricarlo.

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Insomma, l'introduzione di tutte queste novità in Facebook Messenger, sommata ai corposi ritardi per quanto riguarda gli aggiornamenti di WhatsApp (ed i continui disservizi relativi al sistema di messaggistica) hanno giustamente animato il dubbio in esperti ed utenti, che il social network voglia in realtà favorire la diffusione della propria applicazione di chat, rendendo il principale concorrente (anche se ormai non è più tecnicamente tale) sempre meno stabile e con poche funzionalità.

Zuckerberg vuole diversificare

Prima di creare inutili allarmismi è essenziale chiarire un concetto importantissimo. Nonostante sembrino molto simili, Facebook Messenger e WhatsApp Messenger sono in realtà due applicazioni ben diverse, il cui target d'utenza e le cui esperienze utente si diversificano tra loro per una serie di fattori fondamentali: la prima è un'applicazione per chattare con amici e persone che non necessariamente si conosce e con cui non si deve per forza essere in "confidenza", l'altra invece è l'applicazione che per prima ha sostituito gli SMS, che si è diffusa nel tempo grazie ad un ottica mirata al risparmio e non fare nuove conoscenze, e che per funzionare si basa sull'irrinunciabile necessità di conoscere il numero di telefono dell'interlocutore, una cosa non da poco, che presuppone una "confidenza" tra gli utenti molto più marcata.

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"Una delle cose che stiamo cerecando di fare, è quella di esplorare aspetti che non sembrano necessariamente legati all’identità di Facebook" – ha spiegato il CEO del social network nel corso di un'intervista al New York Times – "qualcosa funzionerà, ma non tutto, perché alcune esperienze saranno più affini ad altre tipologie di utenza”.

Anche se in molti sono convinti che Facebook Messenger e WhatsApp Messenger non potranno convivere a lungo, in realtà quello a cui punta Zuckerbeg è la diversificazione. Un concetto all'ordine del giorno in economia, che applicato a dovere anche nella distribuzione dei servizi, con il tempo riuscirà a condurre Zuck al raggiungimento del sui scopo: creare la necessità agli utenti stessi di connettersi ad una sua piattaforma, qualunque essa sia.

Un concetto che in un certo senso giustifica anche la sua corsa all'eliminazione del digital divide, grazie alla quale potrebbe di certo "connettere il mondo" e stimolare la crescita economica dei Paesi emergenti, ma allo stesso tempo ottenere – indirettamente – un aumento sostanziale del numero di persone che, in un modo o nell’altro, si connetteranno ad una delle sue piattaforme.

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