1.269 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Questa batteria nucleare può ricaricare il tuo smartphone per più di 5mila anni

All’interno un isotopo radioattivo fornisce l’energia necessaria a ricaricare gadget di ogni tipo, ma le emissioni dannose sono schermate da molteplici strati di diamanti sintetici pressati, che fanno in modo che il dispositivo emetta un quantitativo di radiazioni inferiore a quelle emesse naturalmente dal corpo umano.
A cura di Lorenzo Longhitano
1.269 CONDIVISIONI
Immagine

Prende energia da un isotopo radioattivo per ricaricarsi da sola e distribuire corrente elettrica ai dispositivi collegati per interi millenni, fino a casi limite di ben 27.000 anni. È una batteria fuori dal comune che sta realizzando la startup californiana NBD, basata su materiali di scarto provenienti dalle centrali nucleari, che potranno spaventare molti ma che al contempo potrebbero rivelarsi una scelta ecologica e sicura al problema dello stoccaggio dell'energia.

Nel cuore del gadget risiedono diamanti sintetici realizzati a partire dal carbonio-14, un isotopo che si genera nelle barre di grafite usate per il controllo delle reazioni nucleari nelle centrali. L'energia emessa dagli isotopi viene utilizzata per generare elettricità, che può essere utilizzata sul momento oppure immagazzinata per il futuro. E dal momento che gli isotopi hanno un tempo di decadimento di più di 5.000 anni, una batteria simile è in grado di ricaricarsi continuamente rimanendo a piena potenza fino al 7020 e oltre.

Il problema della radioattività delle componenti è stato risolto dai ricercatori di NBD con un'altra tipologia di diamanti, sempre sintetica ma questa volta realizzata a partire da atomi di carbonio stabili. Il gruppo vi ha realizzato una speciale custodia multistrato, composta da nient'altro che da diamanti pressati tra loro con lo scopo di contenere le emissioni radioattive del carbonio-14 all'interno. Il risultato sembra particolarmente efficace, dal momento che i prototipi della batteria realizzati finora emettono meno radioattività di quella emessa naturalmente da qualunque essere umano.

Il dispositivo potrebbe essere utilizzato come fonte di ricarica per telefoni ed elettrodomestici, ma anche per gadget estremamente piccoli come apparecchi acustici o — in futuro — automobili e aerei. Il tutto senza bisogno di essere collegato alla rete elettrica, e anzi trasformando un materiale di scarto in una fonte di energia. Per capire quale sarà il futuro commerciale di questa innovazione basterà aspettare pochi mesi: secondo NBD i primi prototipi finiranno sul mercato entro la fine dell'anno.

1.269 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views