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Opinioni

ReThink, l’applicazione contro il bullismo sviluppata da una 13enne

ReThink è l’applicazione di una 13enne statunitense che punta a combattere il fenomeno del bullismo online chiedendo a chi scrive un messaggio offensivo di fermarsi e pensare ai possibili danni.
A cura di Marco Paretti
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rethink bullismo

Pensa prima di dire o scrivere qualcosa. Un detto semplice, ma che riassume perfettamente l'idea che, prima di affermare qualcosa di potenzialmente dannoso per noi o per gli altri, è bene pensare alle conseguenze delle nostre parole. È lo stesso concetto su cui si basa ReThink, l'applicazione di una 13enne statunitense che punta a combattere il fenomeno del bullismo online. Trisha Prabhu, la giovane sviluppatrice, ha messo a punto un software in grado di analizzare ciò che viene scritto sullo smartphone con l'obiettivo di individuare eventuali contenuti offensivi. Se trovati, l'app mostra uno dei messaggi preimpostati, come "Non dire cose di cui ti pentirai" o "Il messaggio potrebbe essere offensivo, vuoi rileggerlo prima di inviarlo?".

Un'approccio semplice, ma che secondo Trisha ha portato ad un cambiamento radicale: su 1.500 utenti utilizzati come "cavie", il messaggio di avviso ha fatto desistere il 93% di loro dall'inviare il messaggio. "Nella foga del momento o sotto pressione i ragazzi pubblicano messaggi offensivi senza realizzare il possibile danno che stanno causando" ha spiegato l'ideatrice in un'intervista. "La mia ricerca ha dimostrato che se gli viene consentita una pausa di riflessione, spesso cambiano idea e decidono di non inviare il messaggio potenzialmente dannoso".

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Il problema del bullismo online è ormai molto diffuso in tutto il mondo. Nel solo Regno Unito, per esempio, sette giovani su dieci sono vittime di cyber bullismo e il 37% di loro lo subiscono frequentemente. Negli Stati Uniti il 52% dei giovani online è stato colpito da questo fenomeno. La stessa Trisha ha deciso di sviluppare l'applicazione dopo aver scoperto che una 11enne della Florida ha commesso suicidio in seguito a ripetiti episodi di bullismo. "Ero sconvolta e arrabbiata" ha spiegato. "Come può una ragazza più giovane di me essere spinta al suicidio? Ho cominciato subito a pensare come poter fermare questo problema". Secondo Trisha il problema è particolarmente forte nelle fasce d'eta più giovani perché i ragazzi sono il 50% più portati degli adulti ad inviare messaggi offensivi.

Ad oggi la soluzione adottata da molti servizi online è quella di offrire la possibilità di segnalare episodi di bullismo agli amministratori, che hanno il compito di rimuovere ogni contenuto dannoso. "È un'idea buona sulla carta, ma nella realtà funziona poco" ha continuato Trisha. Il problema è nel fatto che spesso i ragazzi non dicono a nessuno di essere vittima di atti di bullismo e, in ogni caso, l'eliminazione postuma del messaggio non impedisce a chi viene colpito di subire uno stress psicologico. L'idea di Trisha, invece, punta proprio ad eliminare alla radice il problema. "Il mio obiettivo è quello di mettere ReThink nella mani di tutti gli adolescenti, creando versioni in diverse lingue e lavorando ad edizioni per computer" ha concluso.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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