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Safer Internet Forum: Ciaopeople si confronta con Viviane Reding, Commissario Europeo per la Società dell’Informazione e i Media

Ciaopeople ha intervistato Viviane Reding, Commissario Europeo per la Società dell’Informazione e i Media, la quale ci ha fornito una visione sulla politica di cooperazione e collaborazione adottata dai più famosi social network internazionali.
A cura di Fanpage Admin
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viviane redding

La crescita e la popolarità del social network tra gli utenti europei ed italiani è sorprendente, soprattutto per la sua capacità di inglobare l’80% delle attività che riguardano la vita di una persona, dal lavoro al divertimento. È talmente vasta l’offerta di intrattenimento che offre il social networking da riuscire a coinvolgere anche gli adolescenti e i più piccoli. Secondo quanto dichiarato da Facebook gli utenti si collegano anche 5 volte al giorno al suo social network. Sono dati importanti che rispecchiano la nostra società globale, europea, italiana e che vanno considerati attentamente, soprattutto se interessano i minori. Quando si tratta di bambini e adolescenti è nostro dovere, senza ombra di dubbio, garantire loro un ambiente, in questo caso virtuale, sano e sicuro.

L’alto potenziale offerto dal social networking può essere sfruttato in molteplici modi, da quello strettamente sociale che ci consente di conoscere gente nuova da tutto il mondo, a quello dell’intrattenimento o professionale. I siti di social networking sono infatti diventati il nuovo canale di marketing non convenzionale che consente alle aziende di dialogare in maniera diretta con i propri utenti e di capire quali sono i loro gusti, le loro esigenze. Sono il mezzo attraverso il quale è possibile gestire in maniera ottimale le risorse umane nonché attuare strategie pubblicitarie efficaci.

Il social network sta diventando il fulcro della nostra società. È il nuovo strumento digitale e in quanto tale può essere sfruttato per scopi buoni così come per fini illeciti che ledono la persona. Internet e i siti di social network offrono grandi opportunità in termini di socializzazione e interazione ma c’è anche il rovescio della medaglia in quanto possono diventare altresì fonte di pericoli. In questo caso a pagarne le conseguenze sono le categorie più indifese, i minori. Il numero di bambini che ha un account sui social network aumenta in maniera sorprendente. Da qui l’esigenza o, per meglio dire, l’obbligo da parte degli attori principali coinvolti, quali le società di social network, i genitori, i politici, le organizzazioni non governative, di rendere internet un luogo sicuro, affinché i bambini e gli adolescenti che lo utilizzano possano trarne solo i vantaggi e i benefici.

Offrire agli adolescenti un social network sicuro è stato fin dall’inizio per Ciaopeople un dovere. Dal momento che le dimensioni del nostro social network si sono espanse e il numero di utenti registrati ha superato i 500.000, il nostro impegno a garantire un luogo virtuale sano e sicuro ai nostri ragazzi è raddoppiato e ci è sembrato opportuno confrontarci con quelle che sono le iniziative relative a questa tematica in ambito legislativo e europeo.

Ne abbiamo parlato con Viviane Reding, Commissario Europeo per la Società dell’Informazione e i Media, la quale ci ha fornito una visione ampia e precisa sulla politica di cooperazione e collaborazione adottata dai più famosi social network internazionali, dalle organizzazioni no-profit e dalla Commissione Europea stessa, per salvaguardare gli adolescenti ed i bambini online al fine di rendere Internet un luogo più sicuro.

Dopo aver verificato la crescente popolarità dei siti di Social Networking in Europa, su quali principali aspetti di questa nuova economia e fenomeno sociale si sta maggiormente focalizzando e perché?

Il social Networking è davvero un fenomeno crescente. Tutti hanno sentito parlare di Facebook, Daily Motion, StudiVZ, Hyves, Tuenti, Linkedin, solo per citarne alcuni. Solo nell’ultimo anno il numero degli utenti di social network è cresciuto del 35% in Europa e il 56% dei navigatori di Internet ha visitato siti di social networking. Credo che soprattutto la loro natura aperta ed interattiva abbia contribuito al fiorire di questi siti, ma anche alla crescita del traffico generato dagli ormai 41,7 milioni di utenti regolari. Il fatto che siamo in grado di creare i profili, caricare e condividere immagini e video, chattare con amici, giocare, creare il nostro blog, incontrare nuove persone provenienti da tutto il mondo “abbracciarle” o ”offrire loro da bere” virtualmente ha aumentato la popolarità del networking sociale tra i cittadini europei, in particolare le giovani generazioni, ma anche le imprese che cercano di ampliare le loro reti professionali.

Sapevate che gli utenti in Gran Bretagna trascorrono, in media, quasi 6 ore al mese su questi siti? Addirittura, un rappresentante di Facebook ha recentemente detto che un terzo dei propri utenti consulta Facebook cinque volte al giorno! Ed ora 3 – uno degli operatori di telefonia mobile del Regno Unito – ha integrato anche un pulsante Facebook sui loro telefoni cellulari in modo che utilizzando Internet sul loro telefonino gli utenti saranno in grado di controllare il loro account non-stop, dove vogliono, anche non usando il proprio PC o portatile.

Questo ci dimostra che i siti di social networking hanno cambiato il modo di tenersi in contatto, cercare informazioni e intrattenimento. Ma ha anche dato alle imprese strumenti innovativi per la gestione delle proprie risorse umane, servizio clienti e pubblicità. Tali siti di networking hanno trasformato le persone in fruitori attivi delle tecnologie, ma non dobbiamo dimenticare che questi cambiamenti comportano anche delle nuove sfide. La loro immensa popolarità tra gli adolescenti crea serie preoccupazioni relative alla protezione dei dati e la privacy on-line. Questo è stato uno dei temi che abbiamo discusso al Safer Internet Forum lo scorso settembre.

Ci può parlare del Safer Internet Forum, i suoi obiettivi principali e come sia legato al social networking?

La Commissione Europea ha organizzato il Safer Internet Forum ogni anno a partire dal 2004. Esso fornisce una piattaforma europea su cui i rappresentanti dell'industria, le autorità preposte all'applicazione della legge, le organizzazioni in tutela dei bambini e i politici possono scambiarsi esperienze e conoscenze su come rendere Internet sicuro. Ogni anno proponiamo diversi temi di discussione. Quest’anno sono stati scelti quattro argomenti: social networking e bambini, la verifica dell'età, le conclusioni della ricerca sull’uso da parte dei bambini di tecnologie on-line e il rating dei media. Il forum 2008 ha messo intorno allo stesso tavolo circa 300 partecipanti provenienti dall’ Europa ed altri paesi come gli Stati Uniti, Australia, Brasile e Corea. Per la prima volta abbiamo anche invitato i teenager a partecipare alla tavola rotonda sul Social Networking – perché dopo tutto sono i più grandi esperti quando si tratta di siti di social networking!

Nel suo discorso lei ha sottolineato l'importanza dell’autoregolamentazione, della cooperazione e partecipazione delle aziende del Web 2.0, al fine di creare un migliore e più sicuro mondo virtuale per i giovani navigatori di Internet. E’ soddisfatta della cooperazione delle compagnie e del loro coinvolgimento in questo progetto o pensa che si possa fare di più?

Prima di tutto credo che garantire un ambiente online sicuro per i nostri figli è una responsabilità condivisa da molti soggetti: i siti di social networking, i genitori, gli insegnanti, le organizzazioni non governative e organismi pubblici. Il principio guida dovrebbe essere il rispetto del diritto di ognuno alla privacy. Appartenendo al partito cristiano sociale lussemburghese, io di solito preferiscono un’efficace autoregolamentazione del settore alla creazione di una nuova legislazione. Ma – e la storia del roaming degli SMS lo ha confermato – l’autoregolamentazione da parte dell’industria può essere solo un’alternativa se è ampiamente accettata da tutti gli stakeholder. Penso che sia passo piuttosto notevole ed importante e che i 17 siti di social networking che sono attive in Europa – ad esempio MySpace, Facebook, YouTube, Bebo, Hyves, StudiVZ e Skyrock- hanno accettato di sedersi insieme a un tavolo e discutere una serie comune di linee guida per garantire la sicurezza dei bambini on-line e migliorare la trasparenza dei loro servizi. Ciò dimostra che essi sono ben consapevoli della loro comune responsabilità di proteggere i giovani che hanno degli account personali su questi siti.

Confido nel fatto che da Febbraio 2009 essi riusciranno a realizzare di comune accordo un “codice di condotta” che poi implementeranno e monitoreranno. Compiendo il suo abituale ruolo di sorvegliante, la Commissione Europea seguirà tutto ciò molto da vicino – persino sul “luogo del delitto” se necessario, perché come probabilmente sa, molti dei miei colleghi della Commissione hanno un account sui social network.

L'autoregolamentazione sembra essere una parole chiave del vostro programma per un uso più sicuro di Internet. Come fanno i siti di social networking a migliorare questo aspetto per creare un ambiente virtuale sicuro per i giovani utenti?

Ci sono alcuni buoni esempi di siti di social networking che offrono agli utenti ottimi strumenti di sicurezza ed informazione. Molti di questi hanno sistemi per la segnalazione di contenuti indesiderati e inadeguati o di comportamento illecito, come il cyberbullying e il grooming. Tali report sono di solito seguiti da avvertimenti scritti agli utenti che hanno arrecato offesa; essi potranno vedere il loro account sospeso o anche cancellato. Alcuni siti effettuano uno screening preliminare dei contenuti di chat e messaggistica, e un minimo di raccolta di informazioni personali. Alcuni siti offrono un tipo di controllo e di verifica d’età messi in atto per evitare che utenti minorenni accedano al sito.

Credo che tutte queste misure sono un buon punto di partenza per la sicurezza degli utenti minorenni. Ma vorrei anche incoraggiare il settore a collaborare con le organizzazioni senza scopo di lucro e tutte le altre parti impegnate nel campo della sicurezza dei bambini. Questo ci permetterà di offrire la migliore risposta a queste sfide e di assicurarci, allo stesso tempo, che i ragazzi continuino a beneficiare di internet e dei suoi siti di social networking.
Credo, in particolare, che questo settore debba lavorare sul tema della privacy nell’ambito dei siti di social networking e che questi ultimi abbiano il controllo di questi dati ora e nel futuro.

Ci può rivelare in anticipo alcune linee guide del programma Safer Internet che sarà introdotto nella prossima giornata dell’Internet sicuro il 10 febbraio 2009?

Si tratta di lavori in corso, quindi la prego di comprendere che, in questa fase, non posso ancora rivelare dettagli sulla questione. Queste linee guida saranno il risultato di sforzi congiunti dei rappresentanti dei siti di social networking. Spetta a loro tracciare linee guida comuni che assicurino che i ragazzi siano protetti on-line, tenendo conto del benessere dei ragazzi stessi e in accordo con le organizzazioni dei consumatori. La Commissione agisce come onesto mediatore per facilitare questi colloqui e alla fine valuterà se i risultati sono soddisfacenti.

Ciaopeople, come rappresentante del social networking italiano, fin dall'inizio ha adottato una politica per Internet e il networking sociale come luoghi virtuali più sicuri, in particolare per gli adolescenti. In che modo il nostro paese ci ha seguiti nel proteggere gli internauti più giovani che sempre più usano il web 2.0?

In Italia, il Programma Europeo Safer Internet plus co-finanzia il nodo italiano di sensibilizzazione EASY (http://www.easy4.it) e la hotline italiana STOP-IT (http:/ / www.stop-it.org). Queste due realtà promuovono la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui potenziali rischi che i giovani e i bambini possono incontrare online e spiegano come far fronte a tali rischi. Questi progetti sono gestiti dalla Save the Children Italia, associazione no-profit, in collaborazione con l'associazione dei consumatori ADICONSUM.

Inoltre, Save the Children ha intrapreso un’importante iniziativa aprendo dibattito nazionale sulla questione della sicurezza on-line. Nei mesi di gennaio e febbraio 2008, è stato condotto un sondaggio telefonico con domande a 300 ragazzi circa l'uso della messaggistica istantanea, la partecipazione a comunità online e reti sociali. I risultati sono stati pubblicati in uno dei principali quotidiani nazionali, il Corriere della Sera, alla vigilia del Safer Internet Day 2008. In oltre, Save the Children Italia ha organizzato il 12 febbraio 2008 una tavola rotonda per far incontrare i rappresentanti dei principali siti di social networking d'Italia. Ciò ha fornito l'occasione per discutere la loro assunzione di responsabilità nel garantire un uso più sicuro dei servizi tra i giovani e mi auguro che questa iniziativa sarà seguita da risultati concreti. Posso solo incoraggiare i siti di social networking italiani e le organizzazioni senza scopo di lucro a continuare a lavorare insieme per trovare soluzioni efficaci per far fronte ai problemi della sicurezza on-line.

Quali azioni potrebbe intraprendere autonomamente il social networking italiano, nel rispetto delle leggi, al fine di rendere concreta la salvaguardia dei giovani internauti?

Il mio consiglio è di attivarsi affinché i siti di social networking in Europa aderiscano alla task force del social networking europeo che sta lavorando, nell'ambito di un quadro organizzativo previsto dalla Commissione europea, ad un futuro "codice di condotta "che sarà pronto nel febbraio 2009. Naturalmente, una volta redatto, ogni rete sociale, comprese quelle italiane, dovrebbe sottoscrivere questo "codice di condotta". Questo darà agli utenti un forte messaggio che la loro privacy viene rispettata, il che a sua volta aumenterà la fiducia e quindi l’utilizzo dei siti di social networking. Sono convinto che il "codice di condotta", che sarà il risultato di sforzi combinati, potrà creare un giusto equilibrio: far prosperare il social networking ancora di più in Europa, garantendo nel contempo la sicurezza dei giovani in Europa (ma anche dei più anziani).

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