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Accordo TikTok-Oracle, la stampa cinese contro gli USA: “È un furto senza vergogna”

L’ultimo a schierarsi contro l’operazione di cessione delle operazioni statunitensi imposta a TikTok dall’amministrazione Trump è stato il Global Times, tabloid edito direttamente dal Partito Comunista Cinese che definisce la richiesta fatta allo sviluppatore ByteDance al pari di una estorsione.
A cura di Lorenzo Longhitano
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L'ipotizzata cessione della porzione statunitense di TikTok a un'azienda con base negli USA sta iniziando a suscitare reazioni contrarie di stampo sempre più netto in Cina. Nella giornata di ieri a prendere la parola contro l'operazione in corso (che vede tra i protagonisti il colosso dell'informatica Oracle e quello della distribuzione Walmart) è stato il Global Times, tabloid pubblicato direttamente dal Partito Comunista Cinese che ha definito le attenzioni degli USA nei confronti della piattaforma di condivisione video come "un furto senza vergogna".

L'articolo in questione è un editoriale pubblicato in occasione dell'ultima decisione negli Stati Uniti in merito alla vicenda della cessione e del blocco di TikTok. In questi giorni il giudice incaricato di decidere se l'app si sarebbe dovuta eliminare da App Store e Play Store ha di fatto congelato fino al 12 novembre lo stop ai download che l'amministrazione Trump minaccia ormai da agosto. Nell'editoriale non firmato, l'organo di partito accoglie la decisione con favore, sottolineando come sospendere i download di TikTok avrebbe serie ripercussioni per il destino della piattaforma, che negli Stati Uniti ha già diversi concorrenti che aspettano solo di accogliere i 100 milioni di utenti orfani dell'app.

Imporre a ByteDance di mettere le attività statunitensi di TikTok in mano a un'azienda locale in uno scenario simile — è l'accusa del Global Times — equivale a "voler estorcere a ByteDance un accordo con la forza". Non per niente, da quando Trump ha firmato l'ordine esecutivo che ha messo a repentaglio l'esistenza di TikTok, il gruppo si sta muovendo su due fronti: da una parte ha cercato e sta ancora cercando di contrastare il governo sul piano legale; dall'altro sta cercando di siglare un accordo con la statunitense Oracle per esaudire la rischiesta degli USA senza dover cedere completamente il controllo del suo prodotto.

È in particolare su questo aspetto che si scontrano gli interessi dei due governi. L'intesa preliminare è stata annunciata ma non ancora resa pubblica né approvata dagli USA, mentre il presidente Trump ha già affermato che non intende dare il nulla osta a un accordo che preveda la presenza della Cina tra i gestori della porzione statunitense di TikTok. Ecco perché l'editoriale del Global Times si chiude con la promessa di ripercussioni: "Gli Stati Uniti stanno derubando un'azienda cinese nel tentativo di allontanarla dai prodotti che ha realizzato per mettere questi ultimi nelle mani di un gruppo statunitense; la Cina non lo permetterà, e per il bene di TikTok e delle altre aziende cinesi si muoverà per evitare che la globalizzazione diventi americanizzazione.

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