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WannaCry, l’attacco hacker riparte da Cina e Giappone: il ransomware continua a colpire

L’attacco hacker basato sull’utilizzo del ransomware WannaCry sembra essere ripartito da Cina e Giappone, dove l’azienda Hitachi ha annunciato di essere caduta vittima dell’attacco. In Europa e Usa la situazione si sta invece stabilizzando.
A cura di Marco Paretti
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L'allarme, almeno in Europa e Stati Uniti, sembra essere rientrato: il ransomware WannaCry che nel corso del weekend ha colpito 150 paesi e decine di migliaia di computer sembra aver fermato la sua corsa nella maggior parte dei paesi. Negli ultimi minuti, però, pare che l'attacco sia ripartito da Cina e Giappone, dove l'azienda Hitachi ha annunciato di essere caduta vittima dell'attacco, rivelando che diversi computer aziendali sono stati infettati dal malware WannaCry. Diverse altre aziende hanno rilevato problematiche simili, come Nissan e l'azienda ferriviaria East Japan Railway.

L'allarme arriva anche dall'autorità cinese di vigilanza sul cyberspazio, che nel corso delle ultime ore ha inviato un'allerta chiedendo di installare e aggiornare i programmi di antivirus in grado di contrastare l'attacco hacker portato avanti attraverso il metodo dei ransomware. Attualmente in oriente diverse forze di polizia sono al lavoro per limitare i danni, mentre le maggiori aziende cinesi e giapponesi hanno rafforzato i controlli sui loro sistemi interni. Attualmente i sistemi asiatici infettati dal ransomware sembrano essere circa 18.000.

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In occidente, invece, l'allarme sembra essere rientrato e le paure che circondavano il lunedì di ritorno al lavoro – potenzialmente pericoloso perché si tornava ad accedere i computer negli uffici – si sono rivelate per lo più infondate. "Non sono state registrate nuove infezioni di ransomware" ha spiegato Jan Op Gen Oorth, portavoce dell'Europol. "Questo è un messaggio positivo. Significa che nel fine settimana, con l’allerta dell’attacco su scala globale, le persone si sono attivate per fare gli aggiornamenti per la sicurezza degli apparati". I computer colpiti dal malware sarebbero circa 200.000 in 150 paesi del mondo, con riscatti intorno ai 300 dollari per singolo computer. Gli hacker avrebbero raccolto circa 20.000 dollari in riscatti.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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