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Angela Merkel: “I motori di ricerca portano ad una distorsione della percezione”

Angela Merkel ha chiesto alle grandi aziende tecnologiche di divulgare i segreti dei loro algoritmi, spiegando che la mancanza di trasparenza mette in pericolo la cultura del dibattito.
A cura di Marco Paretti
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Angela Merkel

Angela Merkel ha chiesto alle grandi aziende tecnologiche di divulgare i segreti dei loro algoritmi, spiegando che la mancanza di trasparenza mette in pericolo la cultura del dibattito. Secondo la Merkel gli utenti hanno il diritto di conoscere come e su che basi le informazioni ricevute dai motori di ricerca vengono trasportate fino a loro, come sottolineato durante una conferenza stampa a Monaco. Gli algoritmi utilizzati da giganti come Google rappresentano la base tecnologica che consente al software di restituire risultati fedeli e rilevanti. Questi algoritmi differiscono da motore a motore e, ovviamente, sono assolutamente segreti.

"Credo che gli algoritmi debbano essere resi più trasparenti, in modo che gli utenti possano informarsi su questioni come gli elementi che li influenzano su Internet" ha spiegato la Merkel durante un incontro con la stampa. "Gli algoritmi, quando non sono trasparenti, possono portare ad una distorsione della nostra percezione e possono diminuire la nostra distesa di informazioni". La cancelliera non è la prima a scagliarsi contro i motori di ricerca, che negli ultimi anni hanno raccolto attorno ai loro algoritmi numerosi critici che hanno sottolineato i pericoli del raccogliere informazioni basate su opinioni o raccomandate da altre persone.

"È uno sviluppo che dobbiamo seguire attentamente" ha continuato. "Le grandi piattaforme del web, attraverso i loro algoritmi, sono diventare la cruna di un ago che molti media devono attraversare prima di arrivare agli utenti". Il problema, secondo i più critici, è che molte persone leggono le notizie sui motori di ricerca o sui social network, entrambe realtà che utilizzano un algoritmo per proporre link e informazioni agli utenti. Questi dati, però, vengono selezionati in base agli interessi di altre persone e in base alla posizione geografica, quindi vengono in qualche modo "filtrati" prima di arrivare davanti agli occhi di un utente.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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