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Antitrust, multe da 2,5 milioni a Telecom, H3G, Wind e Vodafone per pratiche commerciali scorrette

L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha erogato pesanti sanzioni agli operatori di telefonia italiani, 1,7 milioni di euro a Telecom Italia e H3G e 800mila euro a Wind e Vodafone. I motivi che hanno spinto l’Antitrust ad erogare le multe sono legati all’attivazione di servizi premium come giochi, musica e contenuti erotici senza il consenso degli utenti.
A cura di Matteo Acitelli
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L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha erogato pesanti sanzioni agli operatori di telefonia italiani, 1,7 milioni di euro a Telecom Italia e H3G e 800mila euro a Wind e Vodafone. I motivi che hanno spinto l'Antitrust ad erogare le multe sono legati all'attivazione di servizi premium come giochi, musica e contenuti erotici senza il consenso degli utenti. Navigando su siti internet dal proprio smartphone o utilizzando applicazione si rischia di attivare involontariamente abbonamenti premium dal costo di 5 euro a settimana, il tutto senza che i consumatori ne fanno richiesta.

Nel corso del 2014 l'Antitrust ha ricevuto molte segnalazioni da parte dei consumatori che hanno evidenziato questa pratica scorretta dopo che si sono ritrovati servizi a pagamento mai richiesti. L'Autority ha indagato a riguardo ed ha notato che gli operatori coinvolti non evidenziano che il contratto di telefonia mobile sottoscritto pre-abilita la SIM alla ricezione dei servizi a sovrapprezzo oltre al fatto che spesso questi servizi vengono attivati senza che vi sia una qualsiasi autorizzazione da parte del cliente all'attivazione del servizio a pagamento. Inoltre TIM e H3G, secondo l'Autorità, avrebbero utilizzato un'ulteriore pratica commerciale scorretta attraverso l'invio di messaggi che omettono informazioni rilevanti sull’attivazione di servizi a sovrapprezzo. Come afferma l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, Telecom Italia, H3G, Wind e Vodafone sono consapevoli dell'attivazione di servizi a pagamento mai richiesti dai propri clienti ed hanno tratto vantaggio dall'attivazione di servizi premium condividono i ricavi generati da questi abbonamenti con i fornitori dei servizi. Ora i quattro operatori italiani hanno 60 giorni di tempo per comunicare all'Antitrust i modi in cui intendono risolvere il problema.

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