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Apple e Google ad Obama: no all’accesso backdoor per i dati criptografati

I grandi colossi tech per una volta uniti da un comune intento. Secondo quanto riporta il Washington Post colossi come Apple, Google, Yahoo! e altre 140 aziende del settore, hanno firmato una lettera indirizzata al presidente Usa, Barack Obama, per chiedergli di rifiutare l’accesso “backdoor” sui dati criptati su mobile e su altri dispositivi.
A cura di Francesco Russo
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I grandi colossi tech per una volta uniti da un comune intento. Secondo quanto riporta il Washington Post colossi come Apple, Google, Yahoo! e altre 140 aziende del settore, hanno firmato una lettera indirizzata al presidente Usa, Barack Obama, per chiedergli di rifiutare l'accesso "backdoor" sui dati criptati su mobile e su altri dispositivi e piattaforme. Sul tema della privacy e sicurezza in relazione ai dati criptati su mobile negli Usa si accende il dibattito. Infatti il Segretario per la Difesa Nazionale Usa, Jeh Johnson, di recente è intervenuto affermando che "l'impossibilità di accedere alle informazioni criptate pone seri problemi per la sicurezza pubblica".

La lettera che verrà inviata oggi porta la firma di oltre 140 aziende del settore tecnologico, all'interno della quale le aziende scrivono che la "una forte criptografia oggi costituisce la pietra angolare della sicurezza del moderno sistema dell'economia dell'informazione".

Il tema acquista ancora più rilevanza in relazione allo scandalo nella NSA rivelato da Edward Snowden, uno scandalo che ha dimostrato come anche alcune aziende fossero complici di quel sistema di spionaggio messo in pedi dall'agenzia per la sicurezza nazionale americana, denominato PRISM.

E sempre l'anno scorso proprio Apple e Google avevano rivelato di adottare sistemi avanzati di criptografia per i loro sistemi telefonici, operazione che aveva fatto impensierire proprio l'FBI che si diceva molto preoccupata spiegando che secondo il federal bureau era "necessario l'accesso alle comunicazioni private dell persone per garantire la sicurezza di tutti".

Le aziende chiedono al presidente Obama di abbandonare questa concezione che per assicurare la privacy e la sicurezza dei cittadini si debba rendere sempre più vulnerabili i moderni sistemi di comunicazione. La richiesta dei colossi tech ad Obama è proprio quella di abbandonare questo concezione e "guidare gli Stati Uniti verso un futuro più sicuro piuttosto che continuare a mantenere un ecosistema digitale pieno di vulnerabilità create da noi stessi".

Barack Obama si è detto più volte sostenitore dei sistemi di criptografia anche se in più di una circostanza ha ammesso che questi sistemi rischiano di essere di ostacolo per il lavoro che devono svolgere le agenzie di sicurezza. Si profila dunque uno scontro molto duro tra aziende tech che sono grandi protagoniste dell'economia digitale a livello globale e le agenzie di sicurezza. In mezzo il presidente Obama deve assumere una posizione chiara e non è detto che sarà proprio lui a decidere.

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