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BowieNet, il progetto di David Bowie per portare internet nel mondo

Non solo un artista. David Bowie, scomparso questa mattina dopo 18 mesi di lotta contro il cancro, aveva anche provato a fornire una connessione al web a chi ancora non la possedeva. L’esperimento è partito nel 1998 negli Stati Uniti: si chiamava BowieNet ed era fondamentalmente un operatore che forniva internet attraverso un abbonamento da 20 dollari al mese.
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A cura di Marco Paretti
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Non solo un artista. David Bowie, scomparso questa mattina dopo 18 mesi di lotta contro il cancro, aveva anche provato a fornire una connessione al web a chi ancora non la possedeva. L'esperimento è partito nel 1998 negli Stati Uniti: si chiamava BowieNet ed era fondamentalmente un operatore che forniva internet attraverso un abbonamento da 20 dollari al mese. Non solo, il servizio consentiva agli utenti di creare una pagina personale e gli permetteva di accedere ad alcuni brani e programmi. Si parla degli albori del web, considerato talmente una nicchia che lo stesso artista si offriva di chattare con i fan attraverso la rete. Che restava ancora una cosa per pochi.

"Volevo creare un ambiente in cui i miei fan e gli amanti della musica potessero far parte di un'unica comunità" aveva spiegato Bowie lanciando il portale. "Un luogo attraverso cui accedere ad un grande archivio musicale e alle informazioni, ma anche esprimere le proprie opinioni e scambiarsi idee". Un'impostazione all'avanguardia, che nel tempo si è concretizzata in svariate soluzioni oggi utilizzatissime. Basti pensare ai forum o alle piattaforme dove ascoltare musica, sempre al centro dell'esperienza online di milioni di persone. C'era persino una parvenza di cloud, con 5 megabyte messi a disposizione degli utenti dove immagazzinare creazioni e progetti. Ma, se vogliamo, l'idea di fondo ricordava anche quella dei moderni social network: spazi personali dove potersi esprimere liberamente, una vetrina dove raccogliere immagini, testi e canzoni che potessero rappresentarci al meglio.

BowieNet convinse, arrivando a valere 500 milioni di dollari nel corso dei primi mesi e figurando all'interno del Guinness dei Primati come primo servizio online offerto da un artista. Il suo successo terminò con l'inizio di quello del web 2.0: nel 2012 il sito fu tramutato in davidbowie.com, segnando la fine del portale nato 14 anni prima. La notizia fu annunciata sul profilo Facebook di Bowie, dove fu ironicamente data la colpa alla profezia Maya o ai Gremlins. In ogni caso BowieNet, per quanto sconosciuto ai più, resta uno degli esperimenti più all'avanguardia del web degli anni '90. Bowie ci era arrivato prima. D'altronde lui arrivava dalle stelle.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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