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Commissione UE, ecco i dettagli del nuovo accordo sulla Privacy con gli Usa

Dopo la decisione storica della Corte di Giustizia Europea di non rendere più validi gli accordi sulla protezione della privacy tra UE e Usa regolati dal Safe Harbor, rimasti in vigore per 15 anni, la Commissione UE presenta i dettagli che saranno alla base dei nuovi accordi che si stanno definendo e che prendono il nome di “Privacy Shield”, Scudo della Privacy.
A cura di Francesco Russo
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Dopo la decisione storica della Corte di Giustizia Europea di non rendere più validi gli accordi sulla protezione della privacy tra UE e Usa regolati dal Safe Harbor, rimasti in vigore per 15 anni, la Commissione UE presenta i dettagli che saranno alla base dei nuovi accordi che si stanno definendo e che prendono il nome di Privacy Shield, Scudo della Privacy. L'informativa diffusa oggi sui principi da rispettare nell'ambito del "Privacy Shield" include impegni scritti da parte del governo degli Stati Uniti sul rispetto della disposizione e l'assicurazione sulle garanzie e le limitazioni riguardanti l'accesso ai dati da parte autorità pubbliche. È stato anche pubblicato un documento che fa il punto sulle azioni intraprese negli ultimi anni da Bruxelles per ristabilire un clima di fiducia reciproca nei flussi di dati transatlantici, messo in crisi dalle rivelazioni dell'attività di sorveglianza nel 2013.

Andrus Ansip, vice presidente della Commissione Europea con delega al mercato digitale, si augura che da oggi si possa fare in modo che lo Scudo della privacy tra UE e Usa possa diventare presto realtà. I principi su cui si basa il nuovo accordo restano quelli stabiliti all'inizio di questo mese e cioè che le aziende che certificheranno la propria attività attraverso il Privacy Shield saranno sottoposte a misure più restrittive. Le agenzie di intelligence subiranno restrizioni più severe nel momento in cui accedono ai dati personali dei cittadini europei e si chiede anche la creazione di un mediatore, un osservatore che dovrebbe garantire che il passaggio dei dati avvenga correttamente.

Gli utenti internet europei, come previsto dal nuovo accordo, avranno ancora più poteri per poter avvalersi di strumenti legali, attraverso i quali dimostrare che i loro dati sono stati abusati da società americane, mentre le organizzazioni sono soggette, appunto, a verifiche annuali per garantire che le loro procedure rispettino le regole previste dal Privacy Shield. I reclami devono essere risolti dalle imprese entro 45 giorni.

L'impianto su cui si sta costruendo il nuovo Scudo della Privacy tra UE e Usa è stato accolto favorevolmente anche dalla commissaria al'ha Giustizia, Vera Jourova, che ha ricordato che il Privacy Shield "è un buon testo basato su regole forti, che rende più facile il risarcimento agli individui e, per la prima volta, garanzie scritte da parte dei nostri partner americani sui limiti e le assicurazioni per quanto riguarda l'accesso ai dati da parte delle autorità pubbliche per motivi di sicurezza nazionale".

La Commissaria ricorda anche come il quadro sia cambiato ora che lo stesso presidente Obama ha firmato la legge sul diritto di far rispettare i diritti di protezione dei dati in tribunali degli Stati Uniti da parte dei cittadini Ue. "Per questo, a breve, proporrò la firma dell'accordo ‘Ue-Usa Umbrella Agreement', che assicura garanzie per il trasferimento di dati anche ai fini di inchieste giudiziarie".

Tra coloro che hanno avanzato delle critiche al nuovo accordo tra UE e Usa c'è Max Schrems, colui che, grazie alla sua azione contro Facebook proprio sul modo in cui il social network tratta i dati personali, ha dato vita alla sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha dichiarato non più valido il Safe Harbor tra UE e Usa lo scorso ottobre. Schrems senza mezzi termini ha definito questa un'operazione di marketing che non offre le adeguate tutele ai cittadini europei.

Secondo Schrems gli Usa hanno ancora la possibilità di raccogliere dati personali in maniera indiscriminata e di impiegarli per diverse finalità, come nel caso di cybersecurity, per difendersi da eventuali minacce rivolte agli Usa.

I passaggi successivi prevedono la consultazione di un Comitato composto dai rappresentanti degli Stati membri dell'Unione, poi le Autorità delle Protezioni Dati forniranno le proprie opinioni, prima della decisione finale del Collegio dei Commissari. Le autorità Usa intanto cominceranno ad effettuare i passi al fine di preparare l'adozione dell'accordo.

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