Facebook ha rilasciato il suo rapporto annuale, il Government Requests Report, che rileva tutte le richieste dirette al social network da enti governativi e tutte le richieste di rimozione di contenuti. Nel periodo che va da gennaio a giugno 2015 sono state 41.214: il 18% in più rispetto allo scorso anno. Una classifica che continua ad essere guidata dagli Stati Uniti, dove si registra il maggior numero di richieste, seguiti da India e Regno Unito. L'Italia resta ancorata alla sesta posizione, come nel 2014. Il rapporto è stato istituito dopo i pesanti strascichi lasciati dallo scandalo relativo alla NSA, a seguito del quale Facebook ha dato vita alla sua operazione tesa ad una maggiore trasparenza.
Negli Stati Uniti le richieste ammontano a 17.577 e hanno riguardato 26.579 account: nel 2014 erano 15.433 richieste su 23.667 utenti. In Italia le richieste si fermano a 1.816 su 2.994 account, dati molto simili a quelli dello stesso periodo dell'anno precedente, quando le richieste erano state 1.869 e avevano riguardato 2.658 profili. La percentuale di richieste per le quali sono stati rilasciati alcuni dati ammonta al 48,62%. In Europa siamo superati solo da Francia (2.847 richieste) e Germania (2.344), che nel corso dell'ultimo anno si sono invertite all'interno della classifica.
Facebook precisa che risponde alle richieste ritenute valide in relazione a fatti criminali e che ogni richiesta viene valutata sotto il profilo legale. Nel caso in cui le richieste presentassero lacune da questo punto di vista, le stesse vengono rigettate oppure si richiedono informazioni più specifiche. Il social network di Zuckerberg non è l'unico a rilasciare dati riguardanti gli utenti: anche Twitter, Google e Amazon rilasciano questo tipo di informazioni ai governi, seguite da Microsoft, Apple, LinkedIn e Yahoo. Nel suo rapporto pubblicato ad agosto, Twitter ha specificato che le richieste sono aumentate del 52% rispetto al 2014.