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Facebook minaccia l’Europa: “Mercato troppo frammentato, cambiate o ce ne andremo”

Sono sempre più frequenti le frizioni tra l’Unione Europea e le grandi aziende americane, che ormai si dicono esasperate per le continue pressioni. L’ultimo sfogo in questo senso arriva da Richard Allan, Chief od Public Policy di Facebook, che sul Financial Times ha criticato aspramente le normative europee riguardanti le compagnie americane.
A cura di Marco Paretti
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Sulla scrivania di Mark Zuckerberg capitano sempre più spesso lettere e circolari dei paesi europei; grattacapi in arrivo dal vecchio continente che hanno ormai invaso anche gli uffici di Google, Apple, Amazon e molte altre aziende attive in Italia e nei paesi vicini. Colpa delle continue frizioni tra l'Unione Europea e le grandi aziende americane, che ormai si dicono esasperate per le continue pressioni. L'ultimo sfogo in questo senso arriva da Richard Allan, Chief od Public Policy di Facebook, che sul Financial Times ha criticato aspramente le normative europee riguardanti le aziende americane. Questa volta, però, la critica non si riferisce tanto al continuo tentativo di controllare – anche finanziariamente – le operazioni delle compagnie, quanto all'eccessiva frammentazione e inconsistenza dei requisiti necessari ad operare nei vari paesi europei.

Riferendosi ai Paesi Bassi e alla Germania, per esempio, Allan parla di leggi che si sovrappongono e di mesi di difficili richieste tecniche. Secondo il manager, per lavorare in Europa un'azienda dovrebbe sottostare ad una serie coerente di regole europee e non, come invece accade ora, a "28 varianti nazionali in continuo cambiamento". Nella sua critica Allan diventa spesso molto feroce, affermando che una situazione del genere "potrebbe scoraggiare le start-up prima ancora che inizino il loro lavoro" e obbligare Facebook a rilasciare le nuove funzionalità più lentamente o "non farlo proprio".

richard allan

Difficilmente si può criticare il metodo di pensiero di Allan: attualmente la situazione europea è davvero troppo frammentata e l'esempio è sotto gli occhi di tutti da diversi mesi. Google, per esempio, ha dovuto chiudere la sezione Notizie in Spagna, modificare la visualizzazione dei risultati di ricerca in Germania ed è tenuta sotto stretta osservazione dal fisco italiano. La situazione sembrerebbe essere in via di risoluzione grazie all'Agenda Digitale europea, che, entro il 2020, dovrebbe dare vita ad un singolo mercato digitale: un ambiente di lavoro coerente che possa interessare tutti gli stati membri. Una situazione che potrebbe fare piacere o meno alle aziende – i requisiti potrebbero comunque essere alti – ma che per lo meno risolverebbe il problema della frammentazione. Pena il rischio di dover dire addio al futuro di Facebook in Europa.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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