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Google, Eric Schmidt parla di intelligenza artificiale e critica Apple: “In ritardo di 10 anni”

In un editoriale per la BBC, Eric Schmidt, presidente del consiglio d’amministrazione di Google, è tornato nuovamente a parlare di intelligenza artificiale, spiegando che siamo sempre più vicini al raggiungimento di una vera e propria IA e che il proseguimento delle ricerche in questo campo avrà degli effetti positivi sulla nostra vita.
A cura di Marco Paretti
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In un editoriale per la BBC, Eric Schmidt, presidente del consiglio d'amministrazione di Google, è tornato nuovamente a parlare di intelligenza artificiale, spiegando che siamo sempre più vicini al raggiungimento di una vera e propria IA e che il proseguimento delle ricerche in questo campo avrà degli effetti positivi sulla nostra vita. All'interno dell'articolo, Schmidt ha spiegato che la svolta nella ricerca è avvenuta qualche anno fa, quando il ricercatore Geoff Hinton è riuscito a migliorare drasticamente il riconoscimento vocale, elemento che ha aiutato a rendere più efficienti i processi di Google del 25%. "Ci sarebbero voluti anni per effettuare un salto del genere" ha spiegato Schmidt.

"La spinta nella ricerca è avvenuta anche grazie al sempre maggiore interesse da parte del pubblico" ha continuato. "Le stesse necessità che hanno reso possibili internet e il cloud stanno ora alla base dell'intelligenza artificiale: le persone vogliono ottenere tutte le risposte alle loro domande e vogliono poter comunicare con tutto il mondo". L'intelligenza artificiale, quindi, non va vista solo come un elemento in grado di dare vita a robot senzienti o software intelligenti, ma anche come un qualcosa che può fornire supporto immediato in situazioni come una conversazione multilingue o un'apparentemente semplice ricerca su Google.

Ma anche, secondo Schmidt, nel settore della musica in streaming. L'ex CEO dell'azienda di Mountain View ha criticato fortemente Apple e il suo approccio nei confronti del settore con il nuovo Apple Music, definendolo "vecchio di decenni". Schmidt ha spiegato che le aziende dovrebbero utilizzare algoritmi per decidere che musica vogliono ascoltare gli utenti e non affidare la selezione ad un gruppo di persone. "È molto meno elitario e più democratico permettere a chiunque di scoprire la nuova star musicale attraverso un algoritmo collettivo rispetto che a farlo tramite le preferenze individuali di pochi" ha continuato. "Un sistema intelligente è in grado di apprendere le preferenze degli utenti e predire chi sarà la prossima Adele".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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