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Google si scontra con l’Europa e le sue leggi sulla privacy

Le autorità di sei paesi europei chiedono maggiore chiarezza da parte del colosso di Mountain View in fatto di informazioni sugli utenti. Dimissioni del responsabile di BigG.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Google e la privacy non sono mai andate di pari passo. Tutti i servizi sviluppati dall'azienda di Mountain View richiedono da parte della stessa la captazione di informazioni sugli utenti, i quali molto spesso si sentono defraudati ed anche non troppo conoscenti di ciò che BigG svolge con le informazioni stesse. L'europa, proprio su questo punto, è intransigente e ha posto un vero e proprio muro affinché Google proponga ed attui una volta per tutte un piano efficace sulla difesa delle informazioni dei cittadini.

[quote|right]|Google detiene il 95% del mercato dei motori di ricerca in Europa.[/quote]Francia, Olanda, Spagna, Germania, Inghilterra ed Italia affermano che il ritocco effettuato qualche mese fa dal colosso di Mountain View non ha minimamente posto freno alla fuga delle informazioni private dei propri cittadini. Google non ha mai realmente fornito informazioni aperte sul numero di utenti a cui ha prelevato informazioni di identità e per quanto tempo mantiene tutto ciò.

Partendo proprio da questo presupposto il Garante italiano ha deciso di aprire una vera e propria inchiesta nei confronti di Google per riuscire, una volta per tutte, ha capire se siano state rispettate tutte le clausole sulla protezione dei dati personali nonché la conformità dei trattamenti effettuati dalla società di Mountain View ai principi di pertinenza, necessità e non eccedenza dei dati trattati nonchè agli obblighi riguardanti l'informativa agli utenti e l'acquisizione del loro consenso.

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Google non può raccogliere e trattare i dati personali dei cittadini europei senza tenere conto del fatto che nell'Unione europea vigono norme precise a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini dell'Ue. L'azione congiunta dei Garanti europei mira a riaffermare questo principio e a far sì che questi diritti vengano garantiti. Il Garante italiano è da tempo impegnato sul fronte internazionale proprio per operare affinchè la privacy dei cittadini europei venga rispettata, non solo dalle imprese dell'Ue, ma anche da parte dei big della Rete e da tutte le società che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche, ovunque esse siano stabilite. Vogliamo impedire che esistano zone franche in materia di diritti fondamentali.

Antonello Soro, Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali

Proprio lo scorso anno Google era stata costretta a rivedere le proprie politiche sulla Privacy dai 27 paesi europei, che avevano sottolineato la necessità che il colosso sottostesse proprio alla normativa Europea (95/46/CE). Il cambiamento apportato da BigG in quei mesi aveva dato la possibilità alla stessa di poter incrociare dati degli utenti utilizzanti i servizi offerti dall'azienda stessa come il client di posta elettronica Gmail o la piattaforma di video sharing YouTube. In un incontro avvenuto lo scorso 19 Marzo, voluto fortemente da alcuni dirigenti dell'azienda di Mountain View, non sono stati apertamente mai esternati piani specifici che potessero porre rimedio alla mancanza di privacy per gli utenti.

Google detiene il 95% del mercato dei motori di ricerca in Europa e, come detto da alcuni addetti ai lavori in termini di privacy, la capacità di acquisire ed analizzare i dati degli utenti rappresenta una fondamentale risorsa per il colosso di Mountain View, che dovrà però porre a freno la sua sete di informazione.

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