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Internet e smartphone: aumentano le malattie mentali legate all’uso continuo

Al recente Congresso Mondiale di Psichiatria dinamica di Firenze, gli esperti hanno precisato che le dipendenze tecnologiche, ossia quelle che derivano da internet e smartphone, sono le malattie mentali destinate a diffondersi maggiormente nei prossimi dieci anni, a livello mondiale.
A cura di Francesco Russo
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Al recente Congresso Mondiale di Psichiatria dinamica, tenutosi a Firenze dal 19 al 22 aprile, quello che gli addetti ai lavori considerano come "gli Stati Generali della Pschiatria dinamica", non sono mancati i temi legati al digitale e alle nuove tecnologie. Nello specifico, il rapporto finale redatto dagli esperti convocati all'importante appuntamento, giunto alla 23esima edizione, hanno precisato che le dipendenze tecnologiche, ossia quelle che derivano da internet e smartphone, sono le malattie mentali destinate a diffondersi maggiormente nei prossimi dieci anni, a livello mondiale. I disturbi neurocognitivi, come la demenza e l'amnesia, sono quelli che seguono.

Dal Congresso Mondiale di Psichiatria dinamica di Firenze arriva quindi un grande avvertimento rispetto all'uso crescente che oggi si fa del digitale e delle nuove tecnologie. Gli esperti dicono che in Italia prevalgono disturbi neuropsicologici, per il 49% dei casi, tra cui quelli legati al sonno e al calo di attenzione, seguiti da depressione, 28% dei casi, e ansia 23% dei casi.

E sono in aumento anche i problemi psicologici, cresciuti del 10% negli ultimi anni, oltre ai disturbi alimentari e la depressione come conseguenza dello stress."Analizzando le patologie del futuro a livello globale – commenta Vera Slepoj, psicologa e psicoterapeuta tra le più autorevoli – emerge che la società attuale è caratterizzata da una forma di industrializzazione postmoderna che va a discapito della qualità della vita, tanto da generare implicazioni patologiche. Dobbiamo interrogarci tutti su come affrontare il futuro e come migliorare".

Emerge quindi che l'uso continuo e prolungato di strumenti legati al digitale e alle nuove tecnologie può provocare dei danni seri. E ne è un caso proprio la recente, e storica per certi versi, sentenza del tribunale di Ivrea che "riconosce un nesso tra l'uso scorretto del cellulare e lo sviluppo di un tumore al cervello". Per 15 anni Roberto Romeo ha effettuato diverse ore di chiamate al giorno dal proprio cellulare che gli ha provocato un tumore benigno ma invalidante. In questo caso, il tribunale ha ordinato all'INAIL di risarcire Romeo per la rendita perpetua per il danno subito sul lavoro. E in questi giorni il Codacons si sta mobilitando per una class action contro Samsung e Apple.

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