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Kim Dotcom di nuovo in tribunale: “Sto lottando per voi”

Ancora guai legali per Kim Dotcom, il fondatore di Megaupload che da mesi sta lottando contro le autorità americane che lo accusano di aver partecipato alla creazione di un’organizzazione il cui obiettivo era quello di violare i diritti d’autore.
A cura di Marco Paretti
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Kim Dotcom processo

Ancora guai legali per Kim Dotcom, il fondatore di Megaupload che da mesi sta lottando contro le autorità americane che lo accusano di aver partecipato alla creazione di un'organizzazione il cui obiettivo era quello di violare i diritti d'autore. Ora vorrebbero riportarlo negli USA da Auckland, in Nuova Zelanda, dove si sta tenendo il difficile processo che probabilmente durerà diverse settimane: il giudice Nevin Dawson dovrà decidere se approvare o negare l'estradizione di Dotcom negli Stati Uniti. Nel caso in cui dovesse optare per la prima soluzione, il magnate del tech potrebbe trovarsi ad affrontare decine di anni in carcere; tra le accuse, infatti, figurato i reati di riciclaggio e cospirazione, con danni pari a circa 500 milioni di dollari in grado di generare 175 milioni di dollari di ricavi.

La vicenda legale è peraltro piuttosto complessa proprio perché obbliga le due parti a districarsi tra le giurisdizioni di due paesi. Attualmente gli imputati non hanno infranto nessuna legge neozelandese e per questo, secondo la difesa, non possono essere estradati dalle autorità. Insomma, la lotta si preannuncia ancora lunga e complessa, anche perché, come sottolineato da molti, questa potrebbe diventare una decisione importante che andrà a definire il futuro della rete. Lo sottolinea anche lo stesso Dotcom, che su Twitter scrive "Amo internet. Continuerà a combattere per voi".

Nel frattempo, nonostante il vero processo negli USA non sia ancora iniziato – sempre che inizi, prima o poi – il governo degli Stati Uniti ha sequestrato tutti i possedimenti di Dotcom, comprese auto, ville e soldi. Si parla di decine di milioni di dollari sottratti dal governo senza necessità di restituirli all'accusato. Le autorità hanno infatti sfruttato un procedimento di sequestro che prevede una causa contro "cose" e non persone. In breve, se si pensa che del materiale sia stato utilizzato per svolgere attività criminali, questo può essere sequestrato senza doverlo restituire. Il tribunale americano ha considerato Dotcom un fuggitivo, dando di conseguenza il permesso al dipartimento di giustizia di sequestrate tutti i possedimenti. Di fatto "rubando" legalmente decine di milioni di dollari a Dotcom. Anche senza una vera e propria condanna nei confronti del magnate.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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