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L’India blocca il progetto Free Basics di Facebook per Internet gratis

Il Garante per le telecomunicazioni in India (Trai), attraverso un comunicato che sta facendo molto discutere, ha respinto il progetto Free Basics di Facebook, l’evoluzione di Internet.org che aveva come obiettivo quello di portare la rete a tutti coloro che non potevano avervi accesso, a costo zero.
A cura di Francesco Russo
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Il Garante per le telecomunicazioni in India (Trai), attraverso un comunicato che sta facendo molto discutere, ha respinto il progetto Free Basics di Facebook, l'evoluzione di Internet.org che aveva come obiettivo quello di portare la rete a tutti coloro che non potevano avervi accesso, a costo zero, compreso l'accesso al popolare social network. Ma l'Authority indiana, con effetto immediato, respinge ogni piano che prevede tariffe differenziate per alcuni contenuti digitali imponendo delle pesanti multe per i trasgressori. I provider potranno offrire servizi scontati o gratis soltanto in caso di calamità naturali. In sostanza il programma su cui Mark Zuckerberg si è speso molto, secondo le autorità indiane viola il principio di Net Neutrality.

La decisione dell'Autorità garante per le telecomunicazioni indiane (Trai) arriva al termine di un acceso dibattito che ha visto i sostenitori della neutralità della rete da una parte e Facebook dall'altra. L'Autorità precisa che la decisione è stata presa con l'intento di "garantire che i consumatori abbiamo accesso libero e non discriminatorio a Internet". E la decisione del Trai è stata salutata con favore da studenti, aziende e associazioni indiane, che nei mesi scorsi avevano lanciato progetti alternativi, approvando anche il gesto del governo di non cedere ad un colosso come Facebook. Nel mese di dicembre del 2015 Free Basics era stato temporaneamente sospeso e Facebook aveva anche avviato una massiccia campagna promozionale, con cartelli e inserzioni sui giornali, del valore di 45 milioni di dollari.

I critici al progetto, e al disegno "zero-rating" in generale, sostengono che progetti come Free Basics diano vita ad un mercato sleale. Aziende come Facebook, sovvenzionando i contenuti, possono arrivare a creare incentivi per i clienti per usare determinati servizi piuttosto che altri. Una situazione che rende più complicata la competizione, specie per le aziende di dimensioni più piccole. Altro elemento contestato è che Facebook, attraverso il sostegno per l'accesso di tutti alla rete, potrebbe poi utilizzare i dati degli stessi utenti per creare strumenti con cui monetizzare.

E proprio nel mese di dicembre scorso Mark Zuckerberg, CEO e fondatore di Facebook, era intervenuto nuovamente a difesa del suo progetto Free Basics in un lungo editoriale pubblicato sui giornali indiani, paragonando il suo progetto a servizi pubblici come librerie ed ospedali, sottolineando che spesso queste strutture non sono in grado di offrire ogni libro e non possono curare ogni male, ma comportano comunque diversi benefici. Aveva anche detto che: "Crediamo che la connessione sia un diritto umano e che la nostra generazione debba garantire l'accesso universale alla rete". E nel mese di settembre del 2015 Zuckerberg aveva anche incontrato il premier indiano, Narendra Modi, per stringere la collaborazione con aziende indiane, con l'obiettivo di investire ancora in India.

Una decisione dunque che si traduce in una pesante battuta d'arresto per Facebook. Sarà interessante vedere come e se il progetto proseguirà anche in altri paesi in cui è attivo. Alla fine dello scorso anno Free Basics era stato bloccato in Egitto.

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