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Monkey, il nuovo social network creato dai teenager: ecco come funziona l’app di videochat

Ben Pasternak e Isaiah Turner sono due ragazzi di 17 e 18 anni che nel corso delle ultime settimane stanno facendo chiacchierare il sottobosco hi-tech per aver realizzato un nuovo social network che in poco tempo ha superato i 200mila utenti: Monkey.
A cura di Matteo Acitelli
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Ben Pasternak e Isaiah Turner sono due ragazzi di 17 e 18 anni che nel corso delle ultime settimane stanno facendo chiacchierare il sottobosco hi-tech per aver realizzato un nuovo social network che in poco tempo ha superato i 200mila utenti: Monkey. Questa nuova applicazione per smartphone si presenta come una sorta di alternativa a Chatroulette, gli utenti iscritti hanno la possibilità di effettuare video-chat con altri utenti iscritti alla piattaforma, le informazioni mostrate sono minime e se si vuole continuare la conversazione basta diventare amici. Per poter continuare la conversazione, entrambi i partecipati dovranno aggiungere più tempo o, in alternativa, dopo dieci secondi la chat si interrompe.

Dopo aver attirato l'attenzione di molti utenti e addetti del settore, tra cui il CEO di Apple Tim Cook che avrebbe inviato un'e-mail per complimentarsi con i due giovani, Pasternak e Turner continuano a lavorare sull'app Monkey con l'obiettivo di realizzare "l’app più importante del mondo". Fino a qualche mese fa Ben Pasternak abitava a Sydney ed era giù noto nel mondo delle startup per il progetto Flogg, un'applicazione per smartphone in stile eBay che consente agli adolescenti di vendere prodotti usati online mentre il socio Isaiah Turner abitava nel Maryland. Dopo essersi conosciuti in Rete ed aver fondato Monkey i due si sono trasferiti a New York dove condividono un appartamento.

Monkey
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Come riferito dai due giovani fondatori alla redazione di Mashable: "Con gli amici della vita reale si possono generare pettegolezzi o drammatizzare situazioni, con quelli online non ci sono legami, puoi lasciarti andare di più". Con questa idea nasce Monkey, offrendo a tutti i Millennial un'alternativa a siti online come Chatroulette "ma senza i pervertiti" sottolineano i fondatori in un'intervista al New Yorker: "Uno dei problemi delle app che girano al momento è che sono progettate da adulti, noi invece siamo sia creatori sia utenti. Questo è una sorta di mondo sommerso per i più grandi".

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