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Operation Payback, chiuso account Twitter dei pirati: ecco la cronologia degli attacchi

Twitter chiude l’account di Operation Payback, operazione organizzata dal collettivo Anonymous contro i nemici di Wikileaks; ma ci pensa Pandalabs a fornire la cronologia degli attacchi.
A cura di Anna Coluccino
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Come volevasi dimostrare. Alla fine anche Twitter ha preso posizione nella battaglia politica che si sta consumando in queste ore: da un lato c'è chi vorrebbe poter aver accesso a qualunque informazione di pubblico interesse, e dall'altro chi invoca il segreto di stato in nome della "responsabilità sociale". Per la serie: "che certe cose si facciano è accettabile, ciò che in nessun caso può essere tollerato e che i civili le scoprano". Evidentemente, anche il sito di microblogging la pensa così o, quantomeno, ha trovato più conveniente schierarsi con le istituzioni.

E' stato chiuso in queste ore, infatti, l'account #anon_operation, ovvero l'account Twitter da cui i pirati informatici coinvolti nell'Operation Payback rendevano nota la cronologia delle loro azioni di rappresaglia contro tutti i colpevoli di aver danneggiato, a qualsiasi titolo, Wikileaks o il suo portavoce Julian Assange. Immediata la protesta degli utenti del sito cinguettante, a dir poco indignati per la decisione presa, e subito pronti a rilanciare la proposta di affondare anche Twitter. Proposta che, certamente, verrà accettata.

In ogni caso, grazie al sito PandaLabs siamo in grado di fornirvi la cronologia esaustiva degli attacchi portati avanti dall'inizio dell'operazione fino ad oggi: tutto comincia il 6 dicembre, con l'attacco combinato a PayPale e al sito della banca svizzera PostFinance (tutt'ora down), ma il vero show gli hacker del collettivo Anonymous lo hanno dato nelle ultime 24 ore, riuscendo a colpire, nell'ordine:

  • Mastercard (tornato funzionante da poche ore)
  • Il sito web del senatore Joe Lieberman, in prima linea contro Wikileaks (è stato il primo sito .gov ad essere attaccato ed è rimasto down per 12 minuti)
  • Il sito di Sarah Palin (l'operazione è stata coordinata da una piccola costola del collettivo Anonymous)
  • L'ufficio del senatore Joe Lieberman e gli uffici della banca svizzera PostFinance  (letteralmente invasi da fax-spam)
  • Il sito PostFinance (ulteriormente bombardato, tanto che -ancora oggi- è impossibile effettuare operazioni online sul proprio conto)
  • Il sito web dell'avvocato difensore delle due ragazze che accusano Assange di "stupro semplice" (reato che esiste solo in Svezia e che consiste nel fare sesso consenziente, ma senza preoccuparsi di indossare il preservativo)
  • Il sito del procuratore svedese, titolare dell'indagine ai danni si Assange

Ma, come affermano gli stessi pirati di Anonymous, questo non è che l'inizio. A quanto pare, gli hacker al servizio dei colossi informatici e delle agenzie governative che stanno lavorando per affondare Wikileaks hanno trovato pane per i loro denti.

Video ufficiale delle rivendicazioni del collettivo Operation Payback:

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