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Presunti hacker Anonymous nei guai aver danneggiato strutture informatiche

Un gruppo di giovani statunitensi attende il verdetto di un giudice in Virginia dopo essere stato accusato di aver danneggiato le piattaforme informatiche di numerose organizzazioni anti-pirateria per la chiusura di The Pirate Bay.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Importante accusa per alcuni ipotetici componenti del gruppo hacker Anonymous che dovranno difendersi dall'aver danneggiato intenzionalmente le infrastrutture informatiche di una lunga serie di obiettivi digitali, dal sito della Recording Industry Association of America (RIAA) a quelli di MasterCard e della Bank of America.

All'appello sono risultati 13 i presunti membri del celebre collettivo hacker Anonymous e dovranno presentarsi al cospetto di un giudice federale in Virginia per rispondere della violazione del testo di legge "Computer Fraud and Abuse Act" (CFAA). La loro età varia tra i 20 e i 40 anni e tutti risiedono sul territorio statunitense. Risultano al momento accusati di aver progettato la cosiddetta "Operation Payback" contro una serie di organizzazioni legate alla lotta anti-pirateria attraverso la chiusura di numerosi portali, nonché dei relativi importanti canali di pagamento verso i servizi della condivisione dei contenuti audiovisivi su Internet.

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Nel gruppo dei tredici accusati figura anche Dennis Owen Collins, già decisamente conosciuto dalle autorità federali per un attacco DDoS nei confronti di PayPal, il noto portale di proprietà di eBay, per i pagamenti online. Gli hacker "anonimi" avrebbero sfruttato lo strumento noto come Low-Orbit Ion Cannon (LOIC) per danneggiare le infrastrutture delle organizzazioni, causando la perdita di migliaia di dollari. Tutto per rendere risposta alla chiusura di The Pirate Bay, noto sito di condivisione di file multimediali e non solo. Le autorità della Virginia hanno invece considerato l'offensiva come una azione criminosa compiuta per creare un danno, dunque in violazione del testo legislativo.

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