47 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Relazione Agcom, l’Italia ancora molto indietro sulla banda ultralarga

In occasione della relazione annuale presentata dal presidente di Agcom, Angelo Cardani, la situazione digitale in Italia viene presentata con qualche difficoltà ancora evidente. In un anno, dal 2014 al 2015, gli accessi alla banda ultralarga sono passati dal 3,8% al 5,4%. Un incremento ancora troppo debole.
A cura di Francesco Russo
47 CONDIVISIONI
Immagine

In occasione della relazione annuale presentata dal presidente di Agcom, Angelo Cardani, la situazione digitale in Italia viene presentata con qualche difficoltà ancora evidente. Il dato relativo alla diffusione della banda ultralarga è l'elemento che meglio evidenzia questa difficoltà: per usare le parole dello stesso Cardani, è "ancora molto bassa". In un anno, dal 2014 al 2015, gli accessi alla banda ultralarga sono passati dal 3,8% al 5,4%. Un incremento ancora troppo debole. Cardani ha spiegato che questo dato è la risultante di due elementi che la caratterizzano, ossia: "Un minor livello di specializzazione e cultura digitale da un lato e l'invecchiamento della popolazione dall'altro". A questo si aggiunge anche l'elemento legato ai costi: il costo che sostengono gli italiani è pari a 1,8% del reddito pro-capite, contro 1,3% che si registra a livello europeo.

L'Italia è ancora indietro sulla banda larga e specialmente sulla banda ultralarga. I dati che si evincono dalla Relaziona Annuale di Agcom ne sono la chiara dimostrazione. Un'arretratezza che diventa ancora più evidente se si paragonano i dati italiani con quelli europei: se in Italia gli accessi sono pari al 5,4%, in Europa si arriva al 30%. Questi dati nonostante la banda ultralarga, tra il 2014 e il 2015, sia passata dal 36% al 44% delle abitazioni. Solo che è una minima parte quella che attiva effettivamente l'abbonamento, cioè il 5,4%.

Una situazione simile, ma con dati ed effetti diversi, la si registra anche sulla banda larga. Infatti, di fronte ad una potenziale copertura nazionale, quindi raggiungimento effettivo delle abitazioni italiane, che arriva al 99%, in effetti solo il 53% ha un accesso effettivo. E alla base di questa frenata ci sono tante motivazioni che passano dalla scarsa conoscenza delle tecnologie, da ragioni anagrafiche, ma anche da fattori culturali e abitudini di consumo. E su questo punto Cardani è stato preciso: "Non si spiega altrimenti la percentuale quasi doppia dell'Italia rispetto all'Ue di coloro che non hanno mai utilizzato Internet. Nel 2015, in Italia, tale percentuale è stata del 28% rispetto al 16% dell'Europa". In pratica, un terzo della popolazione italiana non accede a Internet.

Situazione che poi si ripercuote su tutti i settori collegati a Internet. E quindi, lo shopping online in Italia è utilizzato solo dal 39% degli italiani (65% in Europa), il banking dal 43% (contro il 57% in Europa), il Video on demand il 19% (contro 41% in Europa) e le News il 57% (contro il 68% in Europa).

Ma l'Italia, nonostante tutto, ama i Social Network – l'utilizzo cresce fino ad arrivare al 63% nel 2015 – e tutta la gamma musica/video/giochi, in cui l'Italia supera la media europea: 52% contro 49%. E non è un caso che proprio questi settori siano quelli più apprezzati dai giovani utenti italiani.

47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views