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“Tim non rispetta gli accordi”: il Governo contro l’operatore sul piano per la banda larga

A pochi giorni di distanza dall’annuncio riguardante l’introduzione della banda ultra larga a 1 Gigabit che avverrà il prossimo 26 giugno in 50 città italiane, dal Governo arriva un comunicato contro Tim che non rispetterebbe gli accordi presi.
A cura di Matteo Acitelli
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A pochi giorni di distanza dall'annuncio riguardante l'introduzione della banda ultra larga a 1 Gigabit che avverrà il prossimo 26 giugno in 50 città italiane, dal Governo arriva un comunicato contro Tim che non rispetterebbe gli accordi presi. Come riportato nella nota del Mise: "Il Governo italiano non ha ovviamente alcuna intenzione di impedire o ostacolare investimenti di Tim che risultino compatibili con gli impegni legali assunti e la normativa comunitaria di riferimento. Qualora invece mancassero questi presupposti il Governo agirà, com'è doveroso, per tutelare l'interesse pubblico".

"Per quanto riguarda invece il terzo bando, non ancora pubblicato, riapriremo la Consultazione per dare la possibilità a tutti gli operatori, secondo quanto previsto dalla Commissione Europea, di comunicare nei modi e nei tempi corretti eventuali modifiche ai loro piani di investimento. Il Ministro dello Sviluppo Economico convocherà a breve i vertici di TIM per aprire un confronto diretto con la società".

Al fine di evitare dispersione di risorse pubbliche e concentrarle nelle aree a fallimento di mercato, le così dette aree bianche, il Mise ha realizzato una serie di consultazioni con gli operatori interessati al piano Banda Ultra Larga per comprendere dove gli operatori avevano piani di investimento. Dalla Consultazione è stato evidenziato che "tutti gli operatori hanno comunicato con dichiarazione formale e vincolante di non essere interessati ad investire nelle aree bianche identificate, mappate e sottoposte alla Consultazione. La Commissione europea ha conseguentemente approvato il piano di intervento il 30 giugno 2016. La Commissione ha altresì disposto nella propria decisione che eventuali modifiche delle intenzioni degli investitori potevano essere prese in considerazione per le aree non ancora interessate dai bandi".

"Nel primo bando di gara Tim ha partecipato e presentato offerte per tutti i lotti. Il 5 dicembre all'esito della fase di prequalifica del secondo bando, Tim ha dichiarato di voler partecipare alla gara. Il 23 dicembre Tim ha invece comunicato la modifica del suo piano di investimenti e di voler intervenire direttamente in alcune aree bianche, meno del 10% di quelle oggetto del bando di gara, e di non aver più interesse ad intervenire in alcune aeree grigie a parziale fallimento di mercato".

Il problema evidenziato dal Mise è che "il Governo italiano non può ridefinire i contenuti di un progetto prioritario per il paese, che comporta procedure di gara lunghe e complesse, che necessitano tra l'altro dell'approvazione europea, sulla base dei cambiamenti di strategia di un operatore, comunicati fuori dalle procedure previste. In questo senso il Governo ha prontamente risposto alla comunicazione di Tim. E' allo stesso modo chiaro che un cambiamento del piano di investimenti di Tim, che, secondo quanto comunicato il 23 dicembre, coprirà solo una porzione limitata delle aree oggetto del bando, rischia di squilibrare il conto economico della concessione per la gestione della rete pubblica i cui calcoli sono stati fatti sulla base dell'intera area oggetto del bando".

Sulla vicenda non ha tardato la risposta del noto operatore telefonico che non condivide le dichiarazioni del Ministero dello Sviluppo economico, così come sottolineato da ambienti vicini a Tim: "Prendiamo atto che viene confermata la libertà d'investimento. Tim ha sempre investito ed investirà nel rispetto del quadro normativo di riferimento che peraltro non prevedeva alcun impegno a non investire. Né tale impegno è mai stato formalizzato. Lascia perplessi e non condividiamo la ricostruzione dei fatti delle gare".

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