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Tim, telemarketing illecito verso due milioni di ex clienti: il Tribunale dà ragione al Garante

Il tribunale di Milano dà ragione al Garante e giudica illecita la campagna marketing di Tim che ha contattato due milioni di suoi ex clienti di rete fissa per tentare di riconquistarli.
A cura di Matteo Acitelli
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Il tribunale di Milano dà ragione al Garante e giudica illecita la campagna marketing di Tim che ha contattato due milioni di suoi ex clienti di rete fissa per tentare di riconquistarli. Dopo la sanzione da parte del Garante della Privacy, infatti, l'operatore italiano si era rivolto al Tribunale che però ha confermato quanto espresso dal Garante. Se l’ex cliente non ha espresso il consenso a essere contattato dopo la disdetta, l’operatore non può richiamare per tentare di riconquistarlo.

Nonostante Tim vede questa attività come un'operazione lecita poiché chiedere il consenso non è una chiamata pubblicitaria, il giudice sottolinea che anche quella chiamata è riconducibile al telemarketing poiché l'obiettivo è quello di riconquistare gli ex clienti. L'unica eccezione riguarda l’elenco telefonico pubblico che può essere utilizzato dagli operatori di telefonia per contattare le persone e cercare di acquisire nuovi clienti.

A riguardo ricordiamo la possibilità di iscriversi al registro delle opposizioni (www.registrodelleopposizioni.it) per evitare di venir contattati per attività di telemarketing. In questo caso infatti Tim non ha utilizzato l’elenco pubblico ma il database di proprietà contenente circa cinque milioni di ex-utenti, di cui solo 3 milioni hanno dato il consenso alle chiamate pubblicitarie. Ad evidenziare l'inefficacia di questa attività i numeri riportati nella sentenza: solo 5 mila utenti chiamati sono tornati con Tim.

Secondo il Garante Antonello Soro le norme contro il telemarketing selvaggio sono ancora troppo deboli: troppi utenti vengono contattati per offerte commerciali non richieste. Soro sottolinea inoltre la sua preoccupazione per una nuova norma passata al Senato che autorizzerebbe telefonate pubblicitarie a tutti gli utenti, a prescindere dal consenso. A riguardo è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che afferma che la norma sarà corretta prima di diventare legge.

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