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WhatsApp risponde all’Antitrust: “La chat rispetta la legge”

In risposta al doppio procedimento che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di avviare nei confronti di WhatsApp, arriva una prima risposta da parte dell’azienda, oggi di proprietà di Facebook. Un portavoce ha dichiarato che l’azienda rispetta la legge e che è pronta a rispondere a tutte le domande.
A cura di Francesco Russo
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In risposta al doppio procedimento che l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di avviare nei confronti di WhatsApp, arriva una prima risposta da parte dell'azienda, oggi di proprietà di Facebook. All'agenzia ANSA un portavoce dell'applicazione fondata da Jan Koum (attuale CEO) e Brian Acton, ha dichiarato che l'azienda rispetta la legge e che è pronta a rispondere a tutte le domande che l'Autorità le rivolge oggi. Una dichiarazione di apertura che dovrà fare seguito ad azioni concrete nelle prossime settimane.

L'introduzione dei nuovi termini contrattuali previsti dalla compagnia, in particolare la condivisione dei dati personali degli utenti con Facebook, ha richiamato l'attenzione dell'Autorità Antitrust italiana, anche se al momento il problema viene sentito anche a livello europeo. Infatti l'Autorità per la Privacy UE ha chiesto a Facebook di fermare il passaggio dei dati da WhatsApp; un altro richiamo è stato fatto anche a Yahoo! in seguito al caso delle caselle email monitorate, su richiesta, anche dall'intelligence Usa.

Il caso WhatsApp potrebbe assumere dimensioni ancora più grandi nel momento in cui le associazioni dei consumatori decidessero di rendere concrete le loro titubanze. Codacons, una delle principali associazioni in difesa dei consumatori, annuncia che, se saranno accertati gli illeciti ipotizzati dall'Antitrust, l'organizzazione dei consumatori avvierà una class action contro WhatsApp, tesa a far ottenere agli utenti italiani il risarcimento per la lesione dei diritti dei consumatori, nelle opportune sedi legali.

Quella che sta prendendo forma in Italia, così come in Europa, è una situazione che era stata già prevista dagli addetti ai lavori quando WhatsApp, nel settembre scorso, decise di modificare i termini della privacy riguardanti l'utilizzo dell'applicazione, con il passaggio di alcune informazioni verso Facebook. Un passaggio di informazioni che avrebbe consentito a Facebook di garantire una migliore profilazione degli utenti. Un tesoretto prezioso di dati che le aziende avrebbero certamente apprezzato nel momento in cui si fosse deciso di avviare operazioni di advertising sulla piattaforma. L'Antitrust vuole vederci chiaro e vedremo quali saranno gli sviluppi nelle prossime settimane.

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