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Airbnb come Apple e Google: in Italia versa solo 44 mila euro di tasse

Nel 2015 Airbnb ha pagato solo 44.500 euro di tasse. A svelarlo è Il Sole 24 Ore, che spiega come l’azienda, il cui valore ha ormai sfondato i 30 miliardi di dollari, in Italia versi solo una piccolissima parte delle sue entrate.
A cura di Marco Paretti
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44.500 euro. Sono le tasse pagate nel 2015 dall'azienda responsabile del servizio che consente a chiunque di affittare un appartamento o una stanza in giro per il mondo. A svelarlo è Il Sole 24 Ore, che spiega come l'azienda, il cui valore ha ormai sfondato i 30 miliardi di dollari, in Italia versi solo una piccolissima parte delle sue entrate. Un dato che "emerge dai bilanci ed è l’equivalente del costo di un’auto Alfa Romeo Giulia" scrive la testata riferendosi ad Airbnb Italia, la sussidiaria della Airbnb Holdings con sede legale nel Delaware, noto paradiso fiscale degli Stati Uniti.

Come per Apple e Google, anche Airbnb sfrutta scappatoie legali che le consentono di pagare la quasi totalità delle tasse in Irlanda, dove gode di agevolazioni molto forti. Così, come nel caso delle altre grandi aziende americane, la società che ci fa viaggiare per il mondo paga meno di 50.000 euro al Fisco italiano e, visti i recenti sviluppi della situazione delle altre compagnie, potrebbe presto finire nel mirino dell'Erario. Nata nel 2008 per mano di tre ventenni – Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk – Airbnb è ora un colosso, almeno per il web: secondo il fisco è un'azienda minuscola.

Poco importa se le valutazioni prevedono oltre 6 miliardi di dollari di fatturato entro il 2019, nel nostro paese le tasse pagate dall'azienda consentono di acquistare al massimo una bella macchina. Eppure gli italiani il servizio lo usano eccome: secondo le stime nel solo 2015 3,6 milioni di persone hanno prenotato un appartamento o una stanza in Italia attraverso Airbnb e 1,34 milioni lo hanno fatto per viaggiare all'estero dal nostro paese. I proprietari degli 83.000 alloggi affittati hanno guadagnato circa 394 milioni di dollari totali, rappresentando il terzo paese al mondo per quanto riguarda l'offerta di case, dopo Stati Uniti e Francia. Dal giro di soldi tra ospiti e proprietari, l'azienda prende il 3 percento dagli ultimi e tra il 6 e il 12 percento dagli affittuari. Soldi che partono dall'Italia ma fanno il giro del continente prima di finire nelle tasche di Airbnb. Così la società rischia di finire nel mirino del Fisco proprio come Apple, che dovrà pagare 13 miliardi di euro di tasse arretrate.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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