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Anche la Francia possiede il suo PRISM che monitora mail e conversazioni

La vicenda è stata portata alla luce da un’importante inchiesta di Le Monde, che ha scoperto come la DGSE francese controlli ogni tipo di mail e conversazioni. Una situazione praticamente identica a quella americana.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Sono passate poche ore dal momento in cui, sono divenute pubbliche alcune importanti rivelazioni sullo scandalo americano di PRISM nei confronti dei paesi europei. E sono passate poche ore da quando proprio la Francia ha dichiarato la volontà di avere una sospensione dell’accordo economico transatlantico. Ma proprio in Francia sembra che PRISM e tutte le sue conseguenze non siano poi troppo lontane anzi il suo primo quotidiano Le Monde ha infatti rivelato che l'intelligence francese opera secondo un meccanismo pressoché identico al tanto chiacchierato PRISM.

Le conversazioni dei cittadini francesi tra di loro e verso l’estero sarebbero quindi state completamente intercettate. Proprio da poche ore sulle pagine del giornale parigino viene mostrato il funzionamento del sistema della DGSE, la conosciuta Direction générale de la sécurité extérieure, ossia il corrispettivo francese della NSA. Ciò che il giornale ha scoperto sembra essere essenzialmente l'onnipresenza nei sotterranei dell'agenzia di un supercomputer capace di catturare e conservare i dati digitali di mail e telefonate. Lo schema per il tutto anche se piuttosto complesso ricalca in tutto e per tutto proprio quello britannico svelato da Edward Snowden. Due importanti casi che dovranno dunque essere ispezionati in modo minuzioso da Viviane Reding, il commissario europeo che incaricato di ricucire i rapporti con gli Usa e i paesi europei.

PRISM e Tempora sono un campanello d’allarme, dobbiamo procedere con la nostra riforma della protezione dei dati sia per il privato che per il settore pubblico. Un solido quadro per la protezione dei dati non è né un vincolo né un lusso, ma una necessità. Messaggi di posta elettronica, messaggi di testo, registrazioni telefoniche, accesso a Facebook e Twitter vengono conservati per anni e senza alcun passaggio dal tribunale.

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Una situazione che dal nulla sembra essere divenuta decisamente esorbitante e che continua a esternare novità e sorprese giorno dopo giorno. Risposte dovranno venire dalla politica internazionale, con l’Europa, dove a Strasburgo sono già in piedi due commissioni di inchiesta, ma anche da quella Italia per far capire meglio la situazione a tutti i cittadini.

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