Apple ha fatto causa a Corellium, una startup che per oltre un anno ha offerto agli sviluppatori – e hacker – l'accesso ad una versione digitale dell'iPhone, utilizzabile attraverso qualsiasi computer e caratterizzata dalla possibilità di modificare modello e software installato con un semplice clic. Insomma, uno smartphone virtuale con il quale gli sviluppatori potevano mettere alla prova ogni tipo di elemento. Anche provando ad individuare e sfruttare eventuali falle con cui poi colpire i telefoni veri e propri. Questo, unito al fatto che il software di Corellium rappresenta una violazione di copyright, ha portato alla causa intentata da Apple.
Il software messo a punto da Corellium non può ovviamente sostituire un iPhone – d'altronde si tratta di un programma utilizzabile solamente per computer e non supporta di certo le SIM – ma copia direttamente iOS, elemento che scopre il fianco ad un'azione legale da parte dell'azienda di Cupertino. "Lo scopo di questa causa non è quello di fermare la ricerca a scopo benefico, ma di mettere fine alla commercializzazione del prodotto illegale e che viola il nostro copyright di Corellium" ha spiegato Apple nel documento depositato in tribunale.
Una delle preoccupazioni principali di Apple potrebbe essere che il software è stato utilizzato realmente per un unico scopo: trovare i bug all'interno del sistema che potevano essere sfruttati per penetrare le difese dello smartphone della mela. Secondo dei rapporti di Motherboard e Forbes questo era l'utilizzo principale del software da parte di ricercatori che, però, una volta individuate le falle non le presentavano ad Apple ma le vendevano a terze parti. Potenzialmente anche malevole. Ora Corellium ha 21 giorni per rispondere all'accusa della mela, ma nel frattempo ha già aggiornato la sua policy sulla proprietà intellettuale.