Perché Apple ha rimosso l’app per le proteste di Hong Kong dal suo Store
Alla fine si è risolta con una sconfitta dei manifestanti la vicenda dell'app HKmap.live, un software per smartphone utilizzato dai cittadini di Hong Kong per coordinare le proteste in atto ormai da settimane nell'ex colonia britannica. Apple — che nei giorni scorsi aveva accolto l'app all'interno del proprio store digitale — ha deciso in queste ore di rimuoverla, spiegando che il suo utilizzo può rappresentare una minaccia per le forze dell'ordine e i residenti locali.
HKmap.live in realtà esiste da tempo online e sui telefoni Android: si tratta di una sorta di Waze — una mappa digitale sulla quale gli utenti segnalano la presenza di posti di blocco e attività di polizia — pensata però per aggirare i potenziali ostacoli nei quali potrebbero imbattersi i manifestanti nel corso delle proteste. Da qualche tempo gli sviluppatori hanno iniziato a realizzarne una versione per iOS, che è stata terminata pochi giorni fa e sottoposta al processo di revisione del team Apple che regola l'ammissione dei software indipendenti all'interno del proprio App Store.
Dopo un primo periodo nel quale sembrava che HKmap.live fosse destinata a non varcare mai le soglie dello store digitale della casa di Cupertino, la società ha invece deciso di ammettere l'app rendendola disponibile alle centinaia di migliaia di utenti iPhone della zona. Il responso ha provocato la reazione del Partito Comunista e di diversi organi di stampa cinese, che nell'evoluzione della protesta hanno interessi innegabili e che hanno accusato l'azienda di interferire in una vicenda politica fornendo supporto a una rivolta popolare; Apple ha però proseguito per la sua strada, almeno fino a poco fa.
Nella dichiarazione fornita dalla società per spiegare le motivazioni della sua decisione si legge che molti clienti residenti a Hong Kong hanno contattato la società preoccupati per l'esistenza di HKmap.live nell'App Store, ma anche che il dipartimento cittadino per la cybersicurezza ha confermato che l'app viene utilizzata per tendere agguati e imboscate o per violare la legge nelle zone nelle quali non è segnalata la presenza di pattuglie. Gli sviluppatori dell'app hanno già contestato la decisione, precisando che non esistono prove di quanto riferito ad Apple dalle forze dell'ordine cittadine. L'app resta comunque accessibile da iPhone utilizzando la versione web, disponibile su tutti i browser.