Per ora è solo l'indiscrezione di due analisti della banca di investimenti Citigroup, ma vista la liquidità nelle casse di Apple e la recente riforma fiscale di Trump, nel ultime ore l'ipotesi è diventata un po' più realistica. Ad affermarlo sono Jim Suva e Asiya Merchant, secondo i quali la riforma fiscale varata dall'amministrazione Trump porterà ad un abbassamento dell'aliquota dal 35 al 21 percento e ad una tassa una tantum del 40 percento sui profitti realizzati all'estero e rimpatriati anegligli USA.
Apple possiede infatti circa 252 miliardi di dollari, quasi tutti all'estero proprio per evitare che vengano tassati. Sotto il nuovo regime fiscale, invece, potrebbe utilizzarli per acquisizioni negli Stati Uniti. Una enorme quantità di contante che secondo i due analisti potrebbe essere utilizzata dall'azienda di Cupertino per mettere le mani sull'ormai famoso servizio di streaming video Netflix, con una probabilità del 40 percento che lo faccia. D'altronde Apple si è interessata da tempo alla TV in streaming assumendo diversi manager da Sony Pictures e Amazon Video e avviando la produzione di una serie TV con Jennifer Aniston e Reese Witherspoon. L'esperienza di Netflix nel campo, però, è tutt'altra cosa.
“È un bel problema da avere: Apple ha tanti soldi e continua ad incassarne al ritmo di 50 miliardi di dollari l’anno” spiegano i due analisti. “Il 90 dei sui fondi sono all’estero e solo il 10 per cento è negli Stati Uniti. Storicamente ha evitato di investire negli Usa proprio per non dover pagare tasse alte. Ma ora con la riforma fiscale voluta da Donald Trump le cose potrebbero cambiare”. Secondo i due esperti, Apple potrebbe appropriarsi di Netflix usando circa un terzo del suo contante: ad oggi il servizio di streaming ha una capitalizzazione di 83 miliardi di dollari, il valore delle sue azioni. Prima che Disney acquisisse la Fox era lei la seconda possibile acquirente degli analisti con una probabilità del 30 percento, seguita da Activision ed Electronic Arts al 10 percento.