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Apple rimuove l’app del New York Times in Cina: “Viola le leggi locali”

Nel corso delle ultime ore Apple ha rimosso dall’edizione cinese dell’App Store l’applicazione ufficiale del New York Times.
A cura di Matteo Acitelli
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Nel corso delle ultime ore Apple ha rimosso dall'edizione cinese dell'App Store l'applicazione ufficiale del New York Times. A diffondere la notizia è la redazione della celebre testata giornalistica che sottolinea che l'azienda di Cupertino ha eliminato dallo store per scaricare le app per iPhone e iPad sia nella sua versione inglese che in quella localizza, impedendo di fatto agli utenti cinesi di leggere le notizie pubblicate dalla fonte. Si ricorda infatti che le app per dispositivi mobile erano uno dei pochi sistemi che potevano venir utilizzati dagli utenti cinesi per poter leggere gli articoli del New York Times dopo che nel 2012 Pechino ha bloccare l’accesso al sito www.nytimes.com a causa di un’inchiesta sul patrimonio della famiglia dell'ex premier Wen Jiabao.

Stando all'articolo diffuso dai giornalisti del New York Times, l'app del giornale è stata rimossa dall'App Store cinese lo scorso 23 dicembre poiché considerata "in violazione delle normative locali". Sulla vicenda è intervenuto anche il portavoce di Apple Fred Sainz che ha dichiarato: "Siamo stati informati che l’app è in violazione delle normative locali. Di conseguenza, è stato necessario rimuovere l’applicazione da App Store in Cina. Quando la situazione cambierà, App Store offrirà nuovamente il download dell’applicazione del New York Times in Cina". Dall'azienda capitanata da Tim Cook non è trapelato alcun dettaglio sull'eventuale soggetto istituzionale che ne ha richiesto la rimozione ne quali sono state le normative violate.

Secondo il New York Times il problema risiede nella nuova legge sulla gestione dell’informazione mobile che è stata approvata dalla Cyberspace Administration of China nel corso del 2016. Con l'approvazione di questa legge aumenta ulteriormente il livello della censura per soggetti esteri in Cina, danneggiando di fatto testate giornalistiche ed altre fonti online. Infine il New York Times ritiene che il blocco potrebbe essere arrivato per anticipare la pubblicazione di una serie di inchieste relative alle attività del governo cinese, pubblicazioni che evidenzieranno la gestione di sovvenzioni e sussidi ad aziende specializzate nella produzione di dispositivi tecnologici.

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