Apple: un report svela le richieste della magistratura, compresa quella italiana
Una cosa è certa: Apple non è disposta a farsi risucchiare nello scandalo dell'NSA. Sono passati ormai diversi mesi da quanto Edward Snowden, la gola profonda ed ex dipendente della National Security Agency, ha dato vita al caso Datagate attraverso le pagine del Washington Post ed il Guardian, ma la vicenda sembra essere tutt'altro che archiviata, soprattutto alla luce delle intercettazioni verso le autorità estere emerse nelle ultime settimane.
Da parte sua Apple, che all'esplosione dello scandalo era stata individuata come una delle aziende "complici" dell'NSA, ha sempre affermato con convinzione di non aver avuto un ruolo determinante nelle operazioni di spionaggio e nel corso delle ultime ore ha pubblicato un report particolarmente dettagliato all'interno del quale viene elencato il numero esatto delle richieste avanzate delle autorità giudiziarie internazionali e quello delle informazioni concesse.
Nonostante gli Stati Uniti detengano il maggior numero di richieste avanzate nei confronti dell'azienda di Cupertino (anche se i numeri esatti non sono stati pubblicati a causa di severe leggi sulla privacy che impediscono una maggiore chiarezza), le richieste avanzate dall'autorità giudiziaria italiana negli ultimi 6 mesi ammontano a 409, coinvolgendo oltre 4000 dispositivi e 60 account (in realtà soltanto in 18 occasioni sarebbero stati svelati i dati sensibili degli utenti sotto richiesta della magistratura).
All'interno del report Apple ha precisato che il suo interesse è ben lontano dall'archiviare i dati degli utenti e tutte le richieste da parte della magistratura vengono valutate alla luce delle leggi locali.